«Impossibile evitare al 100% nuovi attacchi», avverte il coordinatore Ue per la lotta al terrorismo De Kerchove. Anche perché, ricorda l’Europol, tra 3 e 5 mila europei sono partiti per la jihad nello Stato islamico. E il 30 per cento ha fatto ritorno a casa. Questo impone un cambiamento negli accertamenti, i controlli e le stesse intercettazioni. Si tratta di giovani, spesso giovanissimi. Ma cittadini europei a tutti gli effetti e quindi liberi di girare nei paesi della Ue. Del nuovo potenziale esercito si conoscono i nomi di 2500 combattenti stranieri. Gli altri vanno ancora identificati.
L’Assemblea nazionale francese ha votato quasi all’unanimità il rinnovo della partecipazione alla missione internazionale in Iraq e Siria. Il contingente di militari spedito in Medio Oriente proseguirà i raid aerei sulle zone controllate dall’Is e agirà secondo i piani decisi dal comando centrale che si coordina con Bagdad. Negli Usa si fa qualcosa di più. Il presidente Barack Obama ha discusso con i leader del Congresso per mettere a punto un quadro legale sull’uso della forza nei confronti di tutti i militanti dello Stato islamico. Un passo che potrebbe preludere a un maggiore impegno militare contro l’Is.
«A situazioni eccezionali devono rispondere misure eccezionali », ha aggiunto Valls. «Dico però con la stessa forza che non ricorrerò mai a qualcosa che deroga al principio del rispetto del diritto e dei valori che caratterizzano la nostra Repubblica». Nel pacchetto del ministro degli Interni non ci saranno quindi strumenti dettati dall’emozione del momento. Niente leggi simili a quelle del Patriot act: norme che ledono la libertà e i diritti costituzionali. Si impone tuttavia una svolta tra le falle che le stragi della settimana scorsa hanno dimostrato nella rete dell’intelligence. È già stato migliorato il coordinamento tra i servizi segreti interni ed esteri; si cercherà un legame più stretto, e costante, con quelli dei paesi stranieri.
La Francia agirà su quelli che considera gli strumenti più usati per indottrinare, arruolare e decidere le azioni dei combattenti. Internet e i social saranno quindi sottoposti a più rigidi controlli, con il coinvolgimento delle società che li gestiscono. Da ieri 15 mila tra soldati, agenti e gendarmi vigilano i punti più sensibili del paese. Stretta anche in carcere, dove, ha ricordato il primo ministro, «è noto si sensibilizzano gli aspiranti jihadisti e si pianificano le azioni».