La Basile con la Sgarlata ha condotto diverse battaglie contro la cementificazione di Siracusa e dopo le polemiche sollevate dal suo improvviso allontanamento, lei nota in città per le azioni a difesa del patrimonio culturale, la Regione per tutta risposta ha avviato il trasferimento di altri due dirigenti che lavoravano a stretto contatto proprio con la soprintendente. Ma la Basile non si è data per vinta e ha fatto ricorso al giudice del lavoro.
Quindi adesso è nuovamente soprintendente?
«No, perché il dirigente generale che mi ha allontanata dal servizio mi dovrebbe reintegrare. E temo che si perderà altro tempo e che passeranno molti mesi prima che possa tornare al mio posto. Ormai mi aspetto di tutto da questa Regione».
Lei è stata “cacciata” per aver autorizzato una piscina prefabbricata all’ex assessore Mariarita Sgarlata, dimessasi dopo le polemiche. Rifarebbe quel provvedimento?
«Certo che lo rifarei, in quel terreno non esisteva alcun vincolo e si trattava di una piscinetta prefabbricata. Ma nel decreto che mi sollevava dall’incarico non si faceva alcun riferimento alla piscina, bensì a non meglio precisate relazioni su ispezioni avvenute lo scorso agosto. Io mi ero insediata nel novembre 2013, pochi mesi prima, quindi cosa avrei potuto fare in poche settimane tanto da essere sollevata dall’incarico? La storia della piscina è successiva di venti giorni rispetto alla mia sospensione. La verità è che sono stata allontanata per le mie battaglie a difesa del territorio di Siracusa. Ci sono grandi interessi d’imprenditori che erano pronti a cementificare la città».
Può fare qualche esempio?
«Come primo atto dal mio insediamento a soprintendente ho approvato il perimetro del parco archeologico, includendovi anche aree sulle quali erano stati presentati piani di lottizzazione per case e alberghi a ridosso di zone d’inestimabile valore culturale. Poi mi sono sempre spesa contro un’altra lottizzazione, quella della Pillirina: un’area sulla quale volevano costruire decine di villette».
Anche sul porto storico insistono vari progetti.
«Certo, e grazie al nostro lavoro in soprintendenza erava- mo riusciti a far modificare un progetto che prevedeva la realizzazione di una piattaforma galleggiante grande quanto un campo da calcio a ridosso di Ortigia. Insomma, in città molti speculatori sapevano che avrebbero avuto un osso duro alla guida della soprintendenza». Il governatore Crocetta della lotta alla mafia e alla corruzione ha fatto una bandiera. Lo ha mai sentito su questa vicenda?
«Sì, mi ha anche chiamata per farmi le congratulazioni dopo la sentenza di reintegro del giudice. Ma concretamente non ha mosso un dito per evitare quanto accaduto. Forse il suo obiettivo era solo far dimettere la Sgarlata. In ogni caso sapeva bene chi erano gli sponsor politici di questa operazione ed erano, anzi sono ancora, tutti nella sua maggioranza».