Roma e Napoli, il caso assenteismo

by redazione | 3 Gennaio 2015 10:01

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ROMA Il vigile urbano in servizio in pieno centro storico racconta dell’immancabile ironia dei romani: «Un automobilista stamattina era fermo al semaforo, si rigirava un termometro tra le dita, mi guardava e sorrideva…». Di certo il messaggio più chiaro a quelle centinaia di agenti della polizia municipale che la notte del 31 dicembre hanno marcato visita arriva dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Un cinguettio alle otto del mattino: «83 vigili ogni 100 a Roma non lavorano “per malattia” il 31 dicembre. Ecco perché nel 2015 cambiamo regole pubblico impiego. Buon 2015».
Il caso dell’«epidemia» alla polizia municipale di Roma finisce alla Procura della Repubblica: è il comandante del corpo, Raffaele Clemente, che — oltre ad avviare un’indagine interna — si presenta di buon mattino a piazzale Clodio con il dossier sulle 767 assenze «ingiustificate». Intanto, anche il Codacons prepara «un esposto» e il Garante per gli scioperi Roberto Alesse parla di sanzioni «fino a 50 mila euro». E i vigili urbani? Alcuni sindacati, a livello locale, diffidano delle cifre diffuse e rilanciano: «Ci sarà un crescendo di proteste — dice Francesco Croce della Uil — che arriverà al primo sciopero di categoria della storia di Roma».
Il tweet di Renzi, naturalmente, non è ad uso esclusivo della Capitale: a Napoli fanno discutere i duecento netturbini assenti per malattia nella notte di Capodanno. A Roma, oltre ai 767 vigili che hanno dato forfait, anche i macchinisti della metro hanno creato problemi a chi voleva festeggiare: si sono presentati in sette (assente il 70%) e i convogli sono partiti, sì, ma con una lentezza che ha generato code e polemiche.
Quelle più feroci riguardano però i vigili urbani: non proprio amatissimi dai cittadini di Roma, adesso si ritrovano tutti (o quasi) contro. Dal sindaco Marino al ministro Marianna Madia, dal centrosinistra al centrodestra (che pure accusa l’amministrazione della Capitale).
Il presidente Renzi, per commentare il caso, si affida anche a Facebook: scrive che «il 2015 sarà l’anno della riforma costituzionale e della nuova legge elettorale» e che il governo si occuperà, tra le altre cose, anche «di pubblico impiego, di modo che non accadano più vicende come quella di Roma». Del resto anche il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, dice chiaramente che «andremo fino in fondo, abbiamo attivato il nostro ispettorato. Ci saranno azioni disciplinari per colpire i responsabili. Dobbiamo normalizzare la nostra amministrazione pubblica, chi fa bene deve essere premiato e chi fa male deve essere sanzionato».
Il sindaco Ignazio Marino — che con la municipale ha intrapreso una battaglia sia per aumentare la loro presenza in strada sia per vedere attuata la rotazione degli agenti nelle varie zone della città — oggi parla di «assenze ingiustificate e ingiustificabili», e dice che «i responsabili ne dovranno rendere conto». Su di lui, però, ecco il fuoco di parlamentari e consiglieri comunali di centrodestra: il segretario della Lega, Matteo Salvini, invita Renzi a «licenziare il primo problema di Roma, il sindaco». Attacca anche l’ex ministro Renato Brunetta: «Le regole per combattere i fannulloni ci sono già». Il presidente del Veneto, Luca Zaia: «Licenziare i dipendenti infedeli, dare posti ai giovani meritevoli». E Gianpiero D’Alia, ex ministro per la Pa, chiede «denuncia per i medici che hanno fatto certificati falsi».
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