Quirinale, il falso movimento dei leader

Quirinale, il falso movimento dei leader

Loading

Ma che dovranno fare i mem­bri della Dire­zione Pd riu­niti in per­ma­nente assem­blea occu­pante di qui alla vigi­lia del fati­dico voto? Forse strim­pel­lare chi­tarre e into­nare i canti soavi degli indi­men­ti­cati papa-boys, certo non spiat­tel­lare ai quat­tro venti i nomi dei veri papa­bili. La par­tita è lunga: entrerà nel vivo solo dopo l’approvazione dell’Italicum al Senato, pre­vi­sta per gio­vedì pros­simo. Sino a quel momento è tutta pre­tat­tica. O gin­na­stica pre­pa­ra­to­ria, come la scelta di asse­gnare a ogni pos­si­bile can­di­dato un fede­lis­simo ren­ziano in buoni rap­porti, inca­ri­cato di tenere i con­tatti con la dovuta discrezione.

Per il resto i gio­ca­tori prin­ci­pali, che sono due e non più di due, si stu­diano, vagheg­giano stra­te­gie pos­si­bili. E i can­di­dati veri fanno lo stesso. Renzi, per ora, si è limi­tato a bloc­care la mano­vra tesa a «far emer­gere Prodi» nelle prime vota­zioni annun­ciando che ci sarà da subito un can­di­dato del Pd. Di ban­diera, salvo mira­coli. Certo, se al pre­sti­gia­tore di palazzo Chigi riu­scisse il col­pac­cio di inven­tarsi un pre­si­dente tanto «di tutti» da pas­sare nelle prime tre vota­zioni ne sarebbe lie­tis­simo. Un figu­rone. Solo che quel can­di­dato magico dovrebbe essere prima del Naza­reno e poi di tutti gli altri, ed è una con­di­zione proi­bi­tiva o giù di lì. Lo stesso Prodi, quando si nega come ha fatto ieri, invia in realtà un mes­sag­gio più ambi­guo. «Non voglio più essere in mezzo a que­ste ten­sioni», in fondo, è solo un altro modo per dire che se qual­cuno deci­derà di lan­ciarlo nell’arena, non sarà certo stato lui a chie­derlo, e dovrà quindi pen­sarci bene e fare sul serio. Pro­prio come Mario Dra­ghi, del resto…

Se il mira­colo non si rea­liz­zerà, come è quasi certo, Renzi ordi­nerà alla Dire­zione del par­tito chi deve libe­ra­mente indi­care. Ma lo farà solo dopo la terza vota­zione, e non è affatto detto che si tratti di uno dei nomi che cir­co­lano da set­ti­mane. Per cre­dere che l’uomo abbia del tutto rinun­ciato al sogno di un «pre­si­dente pupazzo» biso­gna non cono­scerlo. Nem­meno quando afferma, del resto in pri­vato, di non volere al Colle un ex segre­ta­rio di par­tito biso­gna pren­dere alla let­tera Mat­teo Renzi. Signi­fica solo che non sarà un ex lea­der il can­di­dato di ban­diera. Caduto quello se ne riparla, e tutte le porte restano apertissime.

Ber­lu­sconi, da parte sua, insi­ste sul «candidato-centrista-non-di-sinistra», ma non biso­gna farlo più inge­nuo di quanto non sia. Que­sto mar­tel­la­mento ini­ziale gli serve solo per poter dire, quando si arren­derà alla illi­be­rale impo­si­zione di un nuovo capo dello Stato tar­gato Pd, che il minimo è con­ce­der­gli almeno di deci­dere lui con quale corda impic­carsi. E anche in que­sto caso non è affatto detto che dal cilin­dro di Arcore non salti fuori un qual­che espo­nente del Pd al momento ancora in ombra.

Beppe Grillo, quando boc­cia Prodi e con lui pra­ti­ca­mente tutti i papa­bili spun­tati sui gior­nali, fa anche lui pre­tat­tica, ma fino a un certo punto. Un po’ lan­ciare Prodi, come vor­rebbe la mino­ranza Pd, pro­prio men­tre alle­sti­sce i ban­chetti anti-Euro non è faci­lis­simo. Ma in misura anche mag­giore Beppe e la sua crea­tura sono a un bivio. Da un lato c’è Casa­leg­gio, che non vuole diri­gere un par­tito, fosse pure il più intran­si­gente e rivo­lu­zio­na­rio, ma una biz­zarra setta più vicina a Scien­to­logy che a qua­lun­que altra for­ma­zione poli­tica pre­sente o pas­sata. Dall’altro ci sono ormai parec­chi par­la­men­tari che un po’ di mestiere lo hanno impa­rato e di restare in pan­china vita poli­tica natu­ral durante, in attesa dell’avvento della Rete, hanno poca voglia. Grillo sta in mezzo, e dalla scelta che farà dipen­derà la sorte già peri­co­lante del Movi­mento 5 Stelle.



Related Articles

Il premier Renzi guarda oltre le riforme: la partita è il Colle

Loading

Il premier vuole arrivare alla scelta del successore di Napolitano forte dei risultati su Jobs act e Italicum

I BARBARI HANNO PAURA

Loading

Tempo fa, un video dell’Is mostrava un suo ragazzo alla partenza con l’autobomba, che d’improvviso si metteva a lacrimare per nostalgia della vita

Quei cento passi verso il trono di Pietro

Loading

  CITTà€ DEL VATICANO. L’UOMO che camminerà  in eterno comincia il proprio viaggio dai piccoli cento passi che lo porteranno dalla Sistina alla loggia sopra la piazza. Ho percorso il sentiero che il nuovo Papa dovrà  seguire.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment