Per l’ennesima volta l’Europa dichiara guerra ai traf­fi­canti

by redazione | 4 Gennaio 2015 10:40

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Sui nuovi drammi dell’immigrazione adesso si sve­glia l’Europa. Come al solito sem­pre dopo che le cose sono acca­dute e come al solito facendo pro­messe che non può e forse nean­che vuole man­te­nere. Come quelle annun­ciate ieri dal com­mis­sa­rio euro­peo per l’Immigrazione, il greco Dimi­tris Avra­mo­pou­los, che par­lando dei mer­can­tili cari­chi di dispe­rati arri­vati in que­sti giorni in Puglia e Cala­bria, ha di nuovo dichia­rato guerra alle orga­niz­za­zioni cri­mi­nali e annun­ciato un piano di Bru­xel­les per un «approc­cio glo­bale alle migra­zioni». «I traf­fi­canti stanno tro­vando nuove strade in Europa e stanno impie­gando nuovi metodi per sfrut­tare i dispe­rati che cer­cano di scap­pare da guerre e con­flitti», ha detto Avra­mo­pou­los garan­tendo che l’impegno nel con­tra­starli rap­pre­senta una «prio­rità» nei piani dell’Ue. «Dob­biamo agire con­tro i traf­fi­canti. Non pos­siamo per­met­tere loro di porre a rischio vite su navi abban­do­nate in con­di­zioni meteo peri­co­lose», ha aggiunto facendo rife­ri­mento alla cir­co­stanza — ancora non dimo­strata dalle inda­gini e anzi da molti con­si­de­rata impro­ba­bile — che gli sca­fi­sti abban­do­ne­reb­bero navi e migranti al loro destino una volta giunti nelle acque ter­ri­to­riali ita­liane.

Di fronte a tanta deter­mi­na­zione, c’è da aver paura. Ovvia­mente non per le orga­niz­za­zioni cri­mi­nali, che hanno più volte dimo­strato di saper aggi­rare qua­lun­que osta­colo messo in atto dalla poli­ti­che repres­sive dei vari Stati con­ti­nuando a svol­gere senza pro­blemi i loro traf­fici ille­citi. No, c’è da aver paura per i migranti. Fino a oggi infatti ogni volta che Bru­xel­les ha annun­ciato di voler con­tra­stare i mer­canti di uomini, a farne le spese sono state pro­prio le cen­ti­naia di migliaia di dispe­rati che ne sono vit­time.
Gli esempi non man­cano. Subito dopo la strage di Lam­pe­dusa del 3 otto­bre 2013, dove per­sero la vita 366 pro­fu­ghi tra uomini, donne e bam­bini, un ver­tice Ue si impe­gnò a «evi­tare che i migranti intra­pren­dano viaggi peri­co­losi», e que­sto per «ridurre il rischio» di nuove tra­ge­die. Parole nau­fra­gate ben pre­sto nel niente. Per for­tuna l’Italia per una volta non è restata a guar­dare e ha dato avvio all’operazione Mare nostrum che in 14 mesi ha sal­vato poco meno di 170 mila pro­fu­ghi. Mis­sione defi­ni­ti­va­mente chiusa quat­tro giorni fa dal mini­stro degli Interni Alfano e dal governo Renzi.
Nel frat­tempo, però, l’Europa ha con­ti­nuato a far finta di con­tra­stare i traf­fi­canti. Un altro buon esem­pio è Mos Maio­rum, ope­ra­zione che ha coin­volto le poli­zie euro­pee messa a punto dall’13 al 26 otto­bre scorsi dall’Italia durante il seme­stre di pre­si­denza dell’Ue e coor­di­nata dalla Dire­zione cen­trale per l’immigrazione e la poli­zia di fron­tiera. Due gli scopi dichia­rati: inde­bo­lire le capa­cità delle orga­niz­za­zioni cri­mi­nali, ovvia­mente, ma anche rac­co­gliere infor­ma­zioni sui migranti: nazio­na­lità, genere, età, luogo e data di ingresso nell’Ue, ecc. In pra­tica una sche­da­tura. La mis­sione aveva con­torni un po’ miste­riosi, tanto che alcuni euro­par­la­men­tari hanno pro­vato a chie­dere spie­ga­zioni e sia il Con­si­glio Ue che Fron­tex, l’agenzia euro­pea per il con­trollo delle fron­tiere, ne hanno preso le distanze. Dif­fi­cile dire quali risul­tati Mos Maio­rum abbia rag­giunto, soprat­tutto nello sco­rag­giare i traf­fi­canti, visto che un rap­porto con­clu­sivo dell’operazione, annun­ciato per lo scorso 11 dicem­bre, non sem­bra sia stato mai pre­sen­tato.
C’è poi Tri­ton, la mis­sione euro­pea che ha preso il posto di Mare nostrum senza però sosti­tuirla. I mezzi di Tri­ton sono atte­stati sulle 30 miglia dalle coste ita­liane, molto più arre­trati rispetto alle navi della Marina mili­tare ita­liana e hanno soprat­tutto il com­pito di sor­ve­gliare il con­fine euro­peo. Da quando è comin­ciata, il 1 novem­bre scorso, hanno comun­que tratto in salvo migliaia di migranti, ma il diret­tore di Fron­tex, da cui la mis­sione dipende, si è già lamen­tato per i troppi sal­va­taggi «fuori area» ese­guiti.
In realtà se dav­vero Bru­xel­les volesse sal­vare la vita dei migranti, ormai quasi tutti pro­fu­ghi in fuga dalle guerre, potrebbe farlo senza pro­blemi andando a pren­derli lì dove si tro­vano. Ope­ra­zione pos­si­bile alle­stendo uffici dell’Ue e dell’Unhcr, l’Alto com­mis­sa­riato dell’Onu per i rifu­giati, nei paesi di tran­sito dei migranti. Su que­sto punto, però, finora poco o niente è stato fatto. A dicem­bre è stata varato il pro­cesso di Khar­toum, accordo tra Ue e alcuni paesi afri­cani per l’apertura di campi dove rac­co­gliere i pro­fu­ghi in attesa di esa­mi­nare le richie­ste di asilo. Il piano, per ora solo annun­ciato, potrebbe essere un modo per togliere dav­vero i migranti dalle mani dei traf­fi­canti. A meno che i campi in que­stione non diven­tino un comodo con­te­ni­tore per tenere i pro­fu­ghi lon­tani dall’Europa.

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