Alle parole di Jorge Mario Bergoglio ha risposto quasi in diretta il ministro francese della Giustizia, Christiane Taubira. «La Francia è il paese di Voltaire e dell’irriverenza, abbiamo il diritto di ironizzare su tutte le religioni», ha rivendicato il Guardasigilli mentre partecipava alla cerimonia di addio a Tignous, uno dei vignettisti di Charlie Hebdo uccisi il 7 gennaio. «Possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta », ha detto ancora Taubira che ha fatto approvare l’anno scorso la legge per il matrimonio gay al centro di un duro scontro con il Vaticano. Fra l’omaggio commosso a Tignous da parte della superstite Coco e un Bella ciao da brividi cantato dall’umorista Christophe Aleveque, la Taubira ha ricordato i principi del paese dei Lumi: «Non ci sono tabù», ha sottolineato, i disegnatori uccisi «vegliavano sulla democrazia, per evitare che sonnecchiasse».
La Francia — dove la laicità è sancita da una legge approvata nel lontano 1905 — si trova in prima linea nella difesa di una libertà di espressione che prevede anche di irridere le religioni. Il reato di blasfemia non esiste nel paese e i tribunali possono condannare eventuali attacchi religiosi sono in nome della “libertà di coscienza”.
Ma al di là dello scambio a distanza con il Pontefice, è con alcuni paesi arabi che la polemica è più dura nelle ultime ore. «Condanniamo gli attacchi terroristici ma anche le offese contro la religione musulmana, i suoi simboli e il suo profeta», ha detto il ministro per la Comunicazione del Marocco, Mustapha Khalil. Il Marocco ha vietato la pubblicazione delle vignette su Maometto, così come altri paesi del Maghreb e la Turchia.
Ieri François Hollande è andato a tendere la mano ai musulmani in un incontro all’Istituto del mondo arabo, diretto ora dall’ex ministro della Cultura, Jack Lang. «Le prime vittime del fanatismo, del fondamentalismo e dell’intolleranza sono i musulmani », ha spiegato il presidente francese, che si è rivolto al mondo arabo perché reagisca con fermezza a qualsiasi atto che colpisca l’Islam così come le altre religioni. «L’islamismo radicale — ha continuato — si nutre di tutte le contraddizioni, di tutte le influenze, le miserie, le diseguaglianze, di tutti i conflitti non risolti da ormai troppo tempo». Per il capo dell’Eliseo, «l’Islam è compatibile con la democrazia».