Nigeria, altre due bambine kamikaze

Nigeria, altre due bambine kamikaze

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Mentre gli occhi del mondo sono puntati su Parigi che rialza la testa contro il Terrore, in Nigeria l’orrore segna un escalation senza freni e senza limiti. Ieri i miliziani di Boko Haram hanno fatto viaggiare la morte addosso a due bambine. All’indomani della piccola kamikaze immolata nel mercato di Maiduguri, a saltare in aria sono state questa volta due ragazzine, sempre sui dieci anni.
È domenica pomeriggio quando una doppia deflagrazione crea macerie e morte in un mercato di telefonini a Potiskum, capitale economica dello stato nordorientale di Yobe, già più volte nel mirino del gruppo fondamentalista sunnita. A novembre, in una scuola, un kamikaze con la divisa degli allievi aveva fatto una cinquantina di vittime, per lo più studenti. E ieri tra le bancarelle di telefonini sono rimaste a terra almeno sette persone, i corpi dilaniati, ridotti a brandelli. Le due giovani kamikaze «hanno sui dieci anni: di loro si vedono soltanto i capelli intrecciati e la parte superiore del busto» ha raccontato un venditore alla Reuters . Un testimone, citato da Bloomberg , precisa che le due ragazzine sono arrivate al mercato a bordo di un triciclo a motore: «Una di loro ha innescato e fatto detonare la sua bomba mentre l’altra, che era ancora seduta sul veicolo, ha detonato la sua». Rimane difficile pensare a delle bambine come martiri consapevoli: più facile pensare che i terroristi, a loro insaputa, abbiano azionato a distanza la cintura esplosiva che nascondevano sotto il vestito, come era forse accaduto anche sabato a Maiduguri. Qui la piccola kamikaze ha fatto 19 vittime nello stesso mercato dove lo scorso primo dicembre due donne si erano fatte esplodere provocando una decina di morti.
Dopo la serie di attentati affidati negli ultimi mesi alle donne kamikaze (l’esplosivo sotto il niqab passava inosservato), gli integralisti islamici sembrano puntare sulle «bambine esplosive» per l’ultima fase dell’ondata di terrore che precede le elezioni presidenziali di metà febbraio. Voto che i fondamentalisti vogliono far saltare, intenzionati come sono a creare nel nord della Nigeria un califfato affiliato all’Isis di al Baghdadi.
Si tratta del terzo episodio in cui è stato accertato il ricorso a bambine-kamikaze: il primo risale al 10 dicembre, quando una tredicenne rifiutò di farsi detonare in un mercato di Kano e raccontò di essere stata «reclutata» dal padre per servire il «califfato» di Boko Haram.
«Il gruppo terroristico sembra aver intrapreso una nuova strada, ora dobbiamo diventare sospettosi di ogni donna che indossa il niqab, giovane o vecchia che sia» ha dichiarato un ufficiale di polizia nigeriano al New York Times .
In questa escalation pre-elettorale si colloca anche la strage compiuta la scorsa settimana a Baga sul lago Chad e in 16 villaggi vicini, sempre nello stato del Borno, dove uomini, donne e bambini sono stati sterminati a migliaia «come fossero insetti», secondo le testimonianze di alcuni fuggitivi sopravvissuti rese note ieri dai media nigeriani. «Abbiamo corso per giorni e visto cadaveri, sopratutto sulle isole del lago Ciad». «I miliziani sono in agguato lungo le acque e quando vedono passare una barca aprono il fuoco». «Una donna incinta aveva lo stomaco squarciato».
Il presidente nigeriano Jonathan Goodluck cerca la riconferma a febbraio. Ma per l’inconcludente lotta ai Boko Haram è stato ribattezzato «Badluck», sfortuna.
Alessandra Muglia


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