Ma lo scontro non si è limitato a questo. Un gruppo di poliziotti ha fatto volare sulla città un aeroplano da cui sventolava uno striscione con la scritta «De Blasio, non siamo più dalla tua parte».
Il comunicato con il quale un gruppo di agenti, in servizio e in pensione, ha rivendicato la paternità dell’iniziativa è stato diffuso sul sito del blogger, ed ex poliziotto, John Cardillo.
Quest’ultimo ha inoltre ribadito la posizione degli agenti: la colpa del clima di tensione e sfiducia che si è venuto a creare a New York in seguito all’uccisione di diversi afroamericani disarmati da parte delle forze dell’ordine — primo tra tutti Eric Garner – è del sindaco De Blasio. Lo scontro non si è fermato nemmeno a questo punto.
Dopo aver sottolineato il proprio scontento, aver diramato diversi comunicati in cui si è detta incompresa, non protetta e poco amata, la polizia di New York ha messo in atto quello che viene definito slowdown, ovvero un rallentamento delle proprie funzioni di forza dell’ordine, per tutto quanto riguarda la politica della cosiddetta broken window.
Via libera alle «finestre rotte»
Broken window è un termine usato in sociologia, per indicare quella teoria secondo la quale basta un solo elemento di degrado, come, appunto, una finestra rotta, per generare un ambiente degradato nel suo complesso; per evitare queste derive, è necessario non permettere l’esistenza di finestre rotte.
Questa teoria, adottata dai corpi di polizia, vede le forze dell’ordine particolarmente rigide su piccole infrazioni, come passare i tornelli della metropolitana senza pagare il biglietto, fare pipì per strada, parcheggiare in doppia fila.
Lo slowdown della polizia si è riferito proprio a queste piccole infrazioni, che come conseguenza hanno una multa e poi un appuntamento in tribunale davanti ad un giudice per poter cancellare l’evento dal proprio record.
L’intento dei poliziotti, in aperta polemica contro il sindaco, era probabilmente quello di vedere la città finire in preda al caos, a causa dell’allentamento dei controlli e delle sanzioni, che a dicembre sono calate in modo vertiginoso.
Le statistiche infatti dimostrano che i poliziotti hanno chiuso spesso entrambi gli occhi di fronte a piccole infrazioni, ma , nonostante la loro minor presenza, non è affatto diminuita la sensazione di sicurezza nei cittadini.
Le violazioni comunemente sanzionate riguardano il trasporto di contenitori di alcolici aperti, «condotta disordinata», inquinamento del suolo pubblico, urinare per strada e uso della bicicletta sul marciapiede.
Meno agenti, più sicurezza
Da un giorno all’altro, i fermi sono scesi del 61 per cento per quanto riguarda le citazioni per reati minori e le violazioni delle norme riguardanti traffico e parcheggio, sono diminuite di oltre il 90 per cento, rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente, mentre le citazioni per aver urinato in pubblico sono scese da più di 4.077 dell’anno scorso, a 347 del 2015.
Per reati un po’ più gravi si parla di un 55 per cento in meno nella sola midtown Manhattan, passando da 348 a 112.
Ma il dato più significativo si è registrato a capodanno quando a Time square, dove si era riunito oltre un milione di persone per celebrare l’arrivo del 2015, non ci sono state multe ed è stato fatto un solo arresto per «un salto del tornello della metropolitana».
Nei quartieri delle case popolari di quartieri più periferici, rispetto a Manhattann, dal Bronx a Staten Island, i residenti, intervistati dal New York Times — che ha pubblicato diversi articoli a riguardo — hanno dichiarato di aver visto un minor numero di agenti pattugliare le loro strade.
Tutto ciò ha generato, oltre ad un’infinita serie di battute e gag da The Gothamist a Bill Maher al Daily Show di Jon Stewart, anche una specie di sollievo generalizzato nei cittadini, proprio nei quartieri ritenuti più a rischio, da polizia e opinione pubblica.
Negli ultimi cinque mandati come sindaco, due ricoperti da Giuliani e tre da Bloomberg, si è vista la nascita ed il fiorire della «tolleranza zero», slogan e cavallo di battaglia di Giuliani, adottato dal suo successore come vessillo del nuovo ordine ristabilito in città; il mandato di De Blasio, invece, si è presentato da subito contrassegnato dai termini «tolleranza» e «solidarietà». Tolleranza – è sembrato voler dire De Blasio – non è una brutta parola. E gli abitanti di New York sembrano averlo timidamente accettato.
«Ci siamo sbagliati»
C’è voluto più di un decennio per ammettere che ci si era sbagliati, a New York, sull’efficacia della politica di «Stop and Frisk» (ovvero la possibilità di fermare e perquisire chiunque per strada), ci sono voluti circa otto mesi al commissario Bratton per invertire la rotta sulla depenalizzazione della marijuana, ma è chiaro a tutti che in questi giorni New York continua ad essere una città sicura nonostante l’atteggiamento tollerante del Nypd, mentre i poliziotti concentrano le loro energie non sul broken window, ma su seri comportamenti criminali.
Il fine della polizia era quello di mostrare che una loro maggiore tolleranza e permissività avrebbe portato la città nel caos, invece ha solo portato un sospiro di sollievo.
Probabilmente, come spesso accade, molti funzionari eletti e il commissario di polizia sono stati troppo lenti nell’adattarsi ad una città più civile. La politica della tolleranza zero era nata negli anni ’90. Da allora però sono passati 30 anni, ci sono stati gli attacchi alle torri gemelle, molte nuove guerre, il primo presidente afroamericano, la crisi economica, Occupy Wall street; gli americani si stanno rendendo conto che il mondo — e loro stessi — sono cambiati, e che le disuguaglianze sociali ed economiche sono matrici di problemi generali. New York ha imparato che la solidarietà è un valore al quale ricorrere, non solo nei momenti di crisi.
Lo slowdown finirà, i dati riguardo multe, fermi ed arresti per reati minori, torneranno a salire, ma resta quanto derivato dall’esperimento che la Nypd ha gentilmente offerto: il pugno di ferro è inutile, è over.