Euro debole e greggio giù aiutano ma non bastano, avverte comunque il premier Matteo Renzi. «È vero che il deprezzamento dell’euro, il crollo del petrolio, le riforme strutturali aiuteranno i dati macroeconomici a tornare col segno più. Ma tutto ciò non basterà senza una politica economica più legata agli investimenti», scrive Renzi sulla sua E-news.
Ieri la delusione maggiore forse è venuta da Piazza Affari, che nella prima parte della seduta aveva tentato l’affondo guadagnando fino all’1,7%. A fine giornata si è rimangiata tutto e ha chiuso in perdita dello 0,25%; Francoforte non si è mossa (-0,04%) Parigi ha ceduto lo 0,68% e Londra lo 0,79%.
In rialzo lo spread dei Btp con il bund: 141 punti, quasi dieci in più rispetto al giorno prima.
Niente comunque rispetto a quello che potrebbe succedere in uno scenario senza moneta unica, secondo il presidente dell’istituto di ricerca tedesco Diw, Marcel Fratscher. «L’euro è una vera ancora di stabilità – ha spiegato – senza euro paesi come Italia e Spagna pagherebbero sul debito non gli interessi del 2%, ma nell’ordine del 10 o 12%».
E ieri la Commissione, attraverso il suo vice presidente Jyrki Katainen, ha ribadito che «la partecipazione degli Stati all’euro è irrevocabile». Katainen ha aggiunto: «Forse dovremo minacciare sanzioni» per spingere i paesi a fare riforme strutturali, visto che la crisi attuale «è più strutturale che dovuta ai bilanci pubblici».