«Mafia al Nord e nel mondo del calcio» E i magistrati bocciano la riforma
by redazione | 25 Gennaio 2015 9:54
Roma La Mafia si è presa il Nord (Giovanni Canzio, presidente della Corte d’appello di Milano). La ‘ndrangheta ha il monopolio della cocaina in Europa e quello di Gioia Tauro è il «suo» porto (Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria) e la sua «metastasi» vive nel capoluogo lombardo (ancora Canzio). Nella Capitale, dopo appalti e coop, la criminalità organizzata è all’attacco del mondo del calcio, mentre cresce del 442% la prostituzione minorile (Antonio Marini,il procuratore generale facente funzioni della Corte di appello di Roma).
È quella di un Paese in cui il crimine non è più solo infiltrato, ma ha «occupato» (verbo del presidente Canzio) porzioni strategiche di territorio nazionale, la foto che emerge dalle relazioni dei procuratori generali delle Corti d’appello per l’apertura dell’anno giudiziario. Mentre le nuove minacce del terrorismo islamico incombono sull’Expo, il principale appuntamento internazionale dell’anno (a meno di 100 giorni dall’inaugurazione, gli «affari» legati all’evento potrebbero «destabilizzare gli equilibri fra le organizzazioni mafiose»).
Ma se il pericolo c’è, il presidente Canzio si è detto «certo che analoga presenza e attenzione (di quella usata per il contrasto al crimine, ndr ) sarà riservata all’azione di prevenzione e repressione di ogni forma di violenza di natura eversiva o terroristica o di matrice fondamentalista che intenda profittare della portata internazionale di Expo e della partecipazione di decine di milioni di visitatori per farne una sorta di palcoscenico mediatico di ideologie ripudiate dalla storia e dal consorzio civile». Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha commentato: «Sono contento per le parole rassicuranti su Expo». E ha aggiunto: «Siamo pronti, ma non dobbiamo abbassare la guardia».
L’Expo, insomma, costituirà un vero e proprio banco di prova per legalità e sicurezza. Non solo in relazione a corruzione e appalti. Tanto che il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, ha annunciato l’arrivo di rinforzi: «Contiamo di assegnare al distretto, prima dell’Expo, circa 28 magistrati».
Beni per un miliardo e 400 milioni sono stati sequestrati dalla magistratura della Capitale protagonista dell’ultima inchiesta su Massimo Carminati. I gruppi criminali di Roma hanno fatto un «patto esplicito» per evitare contrasti sul narcotraffico. A Venezia, l’inchiesta sul «Mose» ha fatto lievitare le indagini sulla corruzione del 300%. A Napoli si è registrata un’impennata di omicidi e femminicidi. In Puglia sono cresciute indagini su mafia e terrorismo. A Bari c’è stato il raddoppio degli omicidi, a Lecce aumentano le violenze su minori. Le vicende del Monte dei Paschi di Siena, unite alla crisi economica, hanno determinato «la paralisi dell’indotto sociale ed economico» di tutta la provincia (Mauro Bilancetti, presidente del Tribunale). A Palermo segnali preoccupanti fanno dire al procuratore Francesco Lo Voi che i magistrati «non arretreranno di un millimetro» davanti alle minacce. Ma i pm del processo trattativa disertano la cerimonia.
E poi, molte riflessioni e polemiche sulle riforme in materia di giustizia. Il presidente della Corte d’Appello di Bologna, Giuliano Lucentini, ha avuto parole durissime contro il governo Renzi, e il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti si è alzato dalla prima fila e ha lasciato la cerimonia. Il pg di Torino, Marcello Maddalena, si è scagliato contro l’idea di una Superprocura antiterrorismo. Sull’impatto della giustizia sull’economia è tornato il Guardasigilli Andrea Orlando: «In tempi di crisi economica, una giustizia inefficiente rallenta la crescita». «La strada è lunga e la sfida delle riforme non si vince con l’enfasi delle parole», ha commentato il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli.
Presidio di precari a Milano. Molti cancellieri di Napoli hanno esibito un cartellino rosso: «Giustizia squalificata».
M.Antonietta Calabrò