Gentiloni e le polemiche sul riscatto: «La priorità è salvare le vite umane»

Gentiloni e le polemiche sul riscatto: «La priorità è salvare le vite umane»

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ROMA A Ciampino alle quattro della notte per accogliere Vanessa e Greta: «Ho dato loro il bentornato. Erano molto provate, ma ora sono libere». Poi, alle 13, in Aula alla Camera per l’informativa del governo sulla liberazione delle due volontarie rapite in Siria. La polemica sull’eventuale pagamento di un riscatto di 12 milioni di euro ai terroristi del fronte siriano di al Qaeda, al Nusra, non si placa, e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni deve affrontare gli attacchi delle opposizioni.
È stato pagato il riscatto? E se sì, si tratta davvero di 12 milioni di euro? A Montecitorio, davanti a un’Aula semivuota, Gentiloni dice e non dice. Da un lato sembra smentire: «Siamo contrari al pagamento di riscatti» e ancora: «Ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento», con evidente riferimento all’irrealistica somma che sarebbe stata pagata.
Ma semina dubbi con le sue altre dichiarazioni: «Nei confronti degli italiani presi in ostaggio — dice il ministro — la priorità è indirizzata alla vita e all’integrità fisica». Inoltre, «un grande Paese s’impegna a proteggere e a salvare la vita dei propri cittadini sequestrati». Tocco finale: «In tema di rapimenti l’Italia si attiene a regole e comportamenti condivisi in ambito internazionale» e la linea in Ue, come tutti sanno anche se ufficialmente non si dice, è quella di tollerare il pagamento di riscatti per liberare gli ostaggi.
Le opposizioni non si accontentano, anche se Mara Carfagna sottolinea: «L’informativa è stata più che altro un esercizio retorico ma capiamo che il ministro non avrebbe potuto dire più di ciò che ha detto». Insoddisfatta la Lega: «Diteci se avete pagato un riscatto» chiede Gianluca Pini e ammonisce: «Se è stato pagato, è folle: si mettono a rischio tutti gli italiani che vanno all’estero, i criminali si convinceranno che rapirli rende». Per i Cinquestelle reagisce duramente Maria Edera Spadoni: «Informativa inutile, ci dica se un riscatto è stato pagato».
Alla fine il ministro lo dice: in tv, da Lilli Gruber su La7 . «Non è stato pagato un riscatto». Poi, passa al contrattacco, criticando («inaccettabile» e «indegno») chi accusa le due ragazze di essersela cercata, («l’Italia ha bisogno di volontari e cooperanti, del loro coraggio e della loro generosità»). Certamente, ammette il ministro, Vanessa e Greta «hanno commesso un’imprudenza, sono andate in Siria senza avvisare le autorità, la Farnesina non ne sapeva nulla. Ma queste imprudenze non sono tipiche della loro giovane età, abbiamo visto altrettante imprudenze commesse da giornalisti, perfino da turisti. Vanessa e Greta fanno parte di un pezzo di giovani italiani desiderosi di fare del bene, noi dobbiamo aiutarli». Gentiloni ha anche ricordato i due italiani ancora prigionieri in Siria e in Pakistan, padre Dall’Oglio e Giovanni Lo Porto. Matteo Renzi ha commentato, alla direzione del Pd: «Tutto il partito si riconosce nelle parole di Gentiloni. E ci fermiamo qui».
Mariolina Iossa


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