Allarme per il Vaticano “È il prossimo obiettivo dei terroristi dell’Is”

by redazione | 12 Gennaio 2015 10:01

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PARIGI . «L’immagine della bandiera nera dell’autoproclamato Stato islamico in piazza San Pietro non rappresenta solo una minaccia simbolica e non è rivolta solo all’Italia». È una dichiarazione da allarme rosso quella che Angelino Alfano rilascia alla fine del vertice tra i ministri dell’Interno europei riuniti a Place Beauvau per mettere a punto il sistema di sicurezza continentale dopo gli ultimi attacchi terroristici. San Pietro, insomma, è «il prossimo obbiettivo dell’Isis». Oltre ad Alfano, lo dicono — e ne ha dato notizia ieri sera la tv di stato israeliana — Cia e Mossad, i servizi segreti Usa e israeliani, i quali con una nota riservata hanno messo in guardia i servizi di sicurezza italiani e d’Oltretevere pur sottolineando che non ci sono «segnali concreti». Il clima, a Roma, dove è stato vietato il transito delle automobili nel quartiere ebraico, è di quelli pesanti: ieri all’Angelus del Papa c’è stata un’affluenza bassissima, una circostanza che molti hanno messo in relazione con le notizie in arrivo da Parigi.
«I cittadini italiani — dice ancora Alfano — devono stare all’erta, si devono guardare intorno e se hanno qualcosa da segnalare lo dicano subito alle autorità». Quanto alle misure straordinarie discusse ieri, la più clamorosa è quella, proposta dal ministro spagnolo Jorge Fernandez Diaz: «Modificare gli accordi di Schengen e riconsiderare la possibilità di controlli alle frontiere». La proposta ha suscitato molte perplessità, ma è comunque stata presa in considerazione. «Schengen è una grande conquista di libertà che non può essere regalata ai terroristi», è la posizione italiana espressa da Alfano che tuttavia rilancia sul «rafforzamento dei controlli». In particolare il riferimento è ai dati dei viaggiatori raccolti dalle compagnie aeree. La cosiddetta questione del pnr (personal number record), e cioè la scheda che i vettori compilano per ogni passeggero, che viene associato a un numero: in quella scheda vi sono moltissime informazioni personali, nome, età, metodo di pagamento del biglietto, eventuali preferenze alimentari espresse durante il viaggio o condizioni sanitarie emerse, oltre che ovviamente tutte le informazioni relative agli spostamenti.
In America, Australia e Canada le compagnie sono obbligate a condividere tali informazioni con le autorità. In Europa no. Per motivi di privacy. «La condivisione del pnr — secondo Alfano, ma anche secondo la maggioranza dei suoi colleghi — deve essere considerata una priorità».
Dovrà invece variare il rapporto tra gli stati e i colossi di internet. Dopo la stagione della criminalizzazione (Nsagate) sembra affacciarsi l’era della collaborazione. Le moschee non hanno più un ruolo primario nella cooptazione jihadista.
Ad esse si è sostituita Internet. Il segretario alla giustizia Usa che partecipava all’incontro ha spiegato come sia ormai «indispensabile la collaborazione con gli operatori di Internet per identificare e ritirare rapidamente i contenuti che incitino all’odio e al terrorismo».
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