Tariffe, primato italiano dei rincari Nuova stangata in arrivo nel 2015

by redazione | 28 Dicembre 2014 10:35

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Se nel 2014 il conto è stato pesante, per il 2015 si preannuncia anche peggio. In fatto di tariffe, i rincari di acqua, trasporti, sanità e raccolta rifiuti nell’anno che sta per finire, hanno inciso nelle tasche degli italiani per 324 euro in più rispetto al 2013.
A fare i conti è l’associazione dei consumatori Codacons che, tolta qualche modesta eccezione come quella dell’assicurazione Rc auto, rileva aumenti generalizzati in quasi tutti i settori, tanto a livello nazionale, quanto nelle realtà locali.
Il 2015, però, potrebbe non essere migliore. Anzi. La Federconsumatori, prevede infatti rincari complessivi, tra prezzi e tariffe per 677 euro. Con prodotti alimentari e trasporti pronti a tirare la volata.
Ma gli italiani hanno già messo mano in modo pesante al portafogli in questo 2014. Per le autostrade la spesa è aumentata di 16 euro, con un rincaro cioè del 4,5%. Del 2,9% è stato l’incremento per i trasporti (+89 euro), del 12,2% per i rifiuti (+44 euro), del 6% per l’acqua (+38 euro), del +5,2% per la sanità (+54 euro). Anche mense e rette scolastiche, calcola l’associazione dei consumatori, hanno comportato un maggior esborso per le famiglie (48 euro in più su base annua). Ha fatto eccezione il solo settore energetico, con tariffe in calo grazie soprattutto alle minori tensioni nei prezzi dei prodotti petroliferi, che hanno contenuto fortemente le bollette rispetto all’anno precedente. Le tariffe sono quindi diminuite per il gas (-6%, pari a 84 euro in meno) e sono rimaste stabili per la luce. Per contro, nel settore bancario le spese sono aumentate di 28 euro, mentre le polizze Rc auto, comparto tradizionalmente a rischio, sono calate di 8 euro.
Per i professionisti sono stati registrati aumenti per 99 euro rispetto al 2013, e per l’istruzione ci sono stati rincari fino a 48 euro.
Andamenti al rialzo che si ritrovano anche nei calcoli della Cgia di Mestre: secondo i calcoli del suo Ufficio studi, tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più di quelle italiane. Se in Spagna l’aumento medio è stato del 23,7%, in Italia l’incremento è stato del 19,1%, mentre nell’area euro la variazione è stata di +11,8%. Secondo la Cgia, i rincari maggiori nel nostro Paese hanno interessato le tariffe locali. Se per l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora oggi tra i più contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono invece «del tutto ingiustificabili». A causa della crisi economica — spiega l’associazione — negli ultimi 7 anni c’è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe sarebbero dovute scendere e, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2% in più, contro una inflazione che è aumentata solo dello 0,3 per cento.
Archiviati i rincari del 2014, ne sono in arrivo di nuovi. Secondo Adusbef e Federconsumatori, per gli alimentari si dovrebbero spendere 125 euro in più nel nuovo anno e 12 euro in più per la Rc auto; l’incremento previsto per le tariffe autostradali è del 2% (pari a 37 euro in più) e per l’acqua del 4% (+22 euro). Resta l’incognita Tasi, visto che il governo ha bloccato lo scatto automatico dell’aliquota al 6 per mille, concedendo però ai Comuni di aumentare quella base dello 0,8 per mille, come già l’anno passato.
Gabriele Dossena
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