Chi sarà oggi nelle piazze dello sciopero generale è in polemica aperta con il premier e le politiche economiche del governo. Uno scontro “senza se e senza ma”. Stefano Fassina ritiene sia il segnale di ulteriore chiarimento e attacca il ministro Maurizio Lupi per la precettazione dei ferrovieri: «È una forzatura, ci ripensi. È un vulnus che rende il clima più pesante». Lupi infatti ci ripensa e la ritira. Per Fassina – ex vice ministro dell’Economia che si dimise dopo l’ironia di Renzi su “Fassina, chi?” – non si può non stare con il sindacato: «Quanti di noi non hanno condiviso la legge delega sul lavoro continuano la battaglia insieme con i lavoratori e i sindacati». Contro l’articolo 18 abolito – eccetto che per discriminazione e indisciplina – sulla barricate restano quindi in pochi nel Pd. In prima linea ci sono Pippo Civati e la sua corrente. Civati con la senatrice Lucrezia Ricchiuti sarà alla manifestazione di Milano. «C’è molto spaesamento tra i lavoratori e tra chi manifesta. Credo che occorra soprattutto andare per ascoltare, per capire come stanno davvero le cose, dal momento che i politici tra l’altro non scioperano…». Attacca alzo zero la mossa di Lupi sulla precettazione e, insieme, il premier: «Mi sembra che il ministro non avrebbe contribuito a un clima diverso, si cerca la contrapposizione e in questo Lupi è molto renziano…». È la frecciata a proposito dello scontro in atto tra Renzi e la sinistra dem.
Non sarà in piazza Roberto Speranza, il leader della corrente “Area riformista” e capogruppo alla Camera, che a ottobre andò a salutare i compagni lavoratori della Cgil in partenza con i pullman dalla Basilicata. Del resto è impegnato a Montecitorio in commissione Affari costituzionali sulle riforme. Però Gianni Cuperlo, leader di Sinistra dem, anche lui in commissione affari costituzionali, dice: «Un saluto vado sicuramente a darlo». Niente manifestazioni per Pierluigi Bersani. L’ex segretario del Pd non partecipò neppure il 25 ottobre, e mantiene la linea: «A ciascuno il suo mestiere, il sindacato fa la sua parte ». I “filo governo” sperano che lo sciopero generale non abbia successo. La minoranza dem in piazza tifa per una buona riuscita. Barbara Pollastrini annuncia che sarà alla manifestazione di Roma e chiede che il governo ci ripensi sul Jobs Act: «E’ un dovere per il governo riaprire il confronto e ascoltare quelle piazze. Anche la metastasi criminale e morale non si sconfiggerà senza quel popolo che reclama dignità, diritti, legalità. Ho grande solidarietà per lavoratori, donne e precari, domani in sciopero generale. Sono convinta che l’adesione sarà massiccia».
Per i renziani della prima ora come il senatore Andrea Marcucci lo sciopero non deve bloccare l’Italia: «È sacro il diritto alla sciopero così come è sacro il diritto a non rimanere a piedi per tre giorni – commenta – Le manifestazioni contro il governo Renzi non possono avere anche l’obiettivo di bloccare la maggioranza degli italiani che non scenderà in piazza». In piazza ci sarà Sel e il suo leader Nichi Vendola: «Ci sarò perché quella è una pizza pulita, se c’è lo sciopero generale vuol dire che c’è un’Italia che non è rassegnata».