Scala, buonina la prima

Scala, buonina la prima

Loading

Buo­nina la prima. Anzi no. Biso­gna cor­rere con la memo­ria nell’oltretomba per andare a sbat­tere in un sette dicem­bre più tri­ste di que­sto. C’è un albero pieno di luci alto trenta metri in piazza del Duomo, ma Milano è una città spenta. E Sant’Ambrogio si rivolta nella cripta. E dire che oggi c’è la prima della Scala, un evento mon­diale che cade a pochi mesi da un evento uni­ver­sale, l’Expo. Allora come mai quest’arietta da smobilitazione?

Forse la crisi eco­no­mica è diven­tata una crisi di senso, per tutti, per chi ci sguazza e per chi ci sof­fre. Lo spae­sa­mento è garan­tito, sul palco reale come in piazza, dove almeno ci si con­sola con un paio di uova in tasca (poco male, tanto sono lisi pure gli abiti).

Di sicuro non è colpa del Fide­lio se que­sta è l’opera più diser­tata dalla poli­tica da una cin­quan­tina d’anni a que­sta parte — non un capo di stato né un primo mini­stro — e nem­meno creerà troppo disturbo la pas­seg­giata degli asses­sori della giunta Pisa­pia alla fiera degli Oh Bej! Oh Bej!, con le mani allac­ciate die­tro alla schiena. Basterà girarci al largo.

Allora saranno state le severe parole del car­di­nale Angelo Scola a spar­gere un po’ di lucido sco­ra­mento tra i mila­nesi? Impro­ba­bile. E’ vero che l’arcivescovo di Milano ulti­ma­mente parla come un occu­pante esa­gi­tato delle case popo­lari, sca­glian­dosi con­tro il para­dosso di una città con abi­tanti senza case e case senza abi­tanti, ma la noti­zia cir­cola da una ven­tina d’anni e la presa di coscienza di chi ammi­ni­stra la cosa pub­blica è sotto gli occhi di tutti. E certo non aiuta sapere che quest’anno la patacca dell’Ambrogino d’oro verrà elar­gita anche ad Adriano Gal­liani e il Gior­nale.

Sarà dura anche sbir­ciare nei decol­leté delle belle signore. Milano vende moda, ma ormai solo agli stra­nieri. E i nostri ric­chi, per pudore, si limi­tano ad esi­bire un bri­ciolo di insop­por­ta­bile sobrietà. E così il popolo sta­volta si dovrà accon­ten­tare della moglie del primo cit­ta­dino (che veste Armani) o del mede­simo che come sem­pre riu­scirà ad entrare nel suo solito smo­king. A meno che qual­cuno si strappi i capelli per l’abitino Lella Curiel della signora Elsa (per chi si ricorda, moglie di quel Monti). Per il resto, a parte i pochi poli­tici corag­giosi invi­tati, sono attri­cette di quart’ordine e per­so­naggi che fati­cano a gua­da­gnarsi un foto anche su un social.

A pro­po­sito, sta­sera non ci sarà nem­meno il botto. Pec­cato. Del pre­si­dente Gior­gio Napo­li­tano già si sapeva, leg­gera indi­spo­si­zione, ma l’assenza che si nota di più è un’altra: all’ultimo minuto ha dato for­fait anche Mat­teo Renzi. La prima della Scala è un palco troppo sci­vo­loso anche per l’uomo che di solito affronta i fischi dei lavo­ra­tori con il dop­pio mento in fuori. Doveva essere la sua prima asso­luta, invece ha scritto una bella let­te­rina di suo pugno al sovrin­ten­dente della Scala, che si è com­mosso: “Verrà per l’Expo”.

Un po’ di pepe almeno col menù della cena di gala per 420 ospiti: un risotto di sapore arcim­bol­diano, una sella di coni­glio con pru­gne e casta­gne e uno sfor­ma­tino di panet­tone in gab­bia di cara­mello. Dopo il Fide­lio, met­te­ranno le gambe sotto il tavolo il mini­stro Fran­ce­schini, il pre­si­dente del Senato Grasso e il pre­si­dente della Regione Maroni, e di con­torno alcuni per­so­naggi che con­tano per dav­vero, come Chri­stine Lagarde (diret­tore del Fmi) e una man­ciata di ban­chieri nostrani.

Baste­ranno per scal­dare la piazza più rituale e neces­sa­ria dell’anno? Forse sì. Con­si­de­rati i tempi che cor­rono, i son­nac­chiosi pre­sidi degli anni scorsi que­sta volta potreb­bero lasciare la scena a una mobi­li­ta­zione più vitale e ragio­nata del solito. Il sipa­rio non è desti­nato a calare con Sant’Ambrogio. Non è una que­stione di numeri ma di pro­spet­tive. A Milano nelle pros­sime set­ti­mane cre­sce­ranno le mobi­li­ta­zioni per la casa, ed è evi­dente che le peri­fe­rie reste­ranno al cen­tro della scena fino alle pros­sime ele­zioni comu­nali (ieri, al quar­tiere Sta­dera, alcuni mili­tanti dei comi­tati per la casa hanno “con­tat­tato” un pre­si­dio di Forza Nuova). Venerdì pros­simo, 12 dicem­bre, la città si fer­merà per uno scio­pero gene­rale molto poli­tico, con due cor­tei, uno della Cgil, l’altro degli stu­denti. E il giorno suc­ces­sivo, sabato 13 dicem­bre, tor­nerà di nuovo in piazza la Milano anti­raz­zi­sta e anti­fa­sci­sta, anche per non dimen­ti­care piazza Fon­tana 45 anni fa.



Related Articles

La destra di governo si prepara all’assalto contro il «reddito di cittadinanza»

Loading

I nuovi dati dell’Inps sul reddito di cittadinanza permettono di ragionare sugli effetti concreti degli annunci di Giorgia Meloni. Il prossimo governo potrebbe riconoscere il sussidio solo a over 60 privi di reddito, invalidi, famiglie con minori

Bacio il rospo Monti. Però…

Loading

La nascita del governo Monti ci impone, io credo, di mettere tutte le nostre carte in tavola, compresa la nostra soggettività  e le nostre contraddizioni, nel pieno di uno sconvolgimento storico, sociale, mentale che sfida tutti i nostri schemi. E ci immerge in uno scenario inedito. Incomincerò dunque io a fare outing, con un paio di confessioni, sperando di essere seguito da molti.

«Disperdetevi o spariamo» La repressione di Hong Kong

Loading

Lacrimogeni e cariche della polizia, ma in 80mila sfidano Pechino

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment