Chi ha paura dell’Isfol? I precari occupano l’istituto contro il Jobs Act

by redazione | 3 Dicembre 2014 11:23

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L’istituto per lo svi­luppo della for­ma­zione pro­fes­sio­nale dei lavo­ra­tori (Isfol) è un ente di ricerca sco­modo. Ha il man­dato di ana­liz­zare gli anda­menti del mer­cato del lavoro e le sue pub­bli­ca­zioni rap­pre­sen­tano un punto di vista veri­tiero sulle cause della pre­ca­rietà strut­tu­rale isti­tuita in Ita­lia dal lon­tano 1997, quando il centro-sinistra approvò il «pac­chetto Treu».

Le sue ricer­che ser­vono, ad esem­pio, a dimo­strare che l’aumento della pre­ca­rietà non serve alla cre­scita dell’occupazione. A due anni dall’approvazione della riforma For­nero del lavoro, i suoi dati dimo­strano l’aumento dei con­tratti a tempo deter­mi­nato e l’esplosione delle assun­zioni di breve e bre­vis­sima durata (anche per un giorno): +67,3%. Le imprese non sono affatto inte­res­sate a man­te­nere il lavo­ra­tore, ma ad usarlo in base alla domanda a cui devono far fronte. Inu­tile aggiun­gere che, in man­canza di una domanda forte, que­sto sarà il destino di chi avrà in sorte il «con­tratto a tutele cre­scenti». Que­sto con­tratto non sarà «rin­no­vato», sem­pre che non gli sia pre­fe­rito il  «con­tratto Poletti» senza «cau­sale». Una misura appro­vata qual­che mese fa che rischia di entrare in con­tra­sto con il  con­tratto con­te­nuto nella legge delega. I con­tratti a tempo deter­mi­nato restano infatti più con­ve­nienti rispetto a quelli inde­ter­mi­nati che bene­fi­ce­ranno di uno sgra­vio finan­ziato dal governo nella legge di stabilità.

L’approvazione del Jobs Act segnerà una svolta nella sto­ria dell’Istituto. La delega sul rior­dino della nor­ma­tiva sui ser­vizi per le poli­ti­che attive pre­vede l’istituzione di un’Agenzia nazio­nale per l’occupazione, risul­tato di un accor­pa­mento dell’Isfol con Ita­lia lavoro. Al ter­mine di que­sto pro­cesso non ci sarà più un ente pub­blico terzo depu­tato a svol­gere il moni­to­rag­gio sulle poli­ti­che del lavoro. E nes­suno valu­terà il fun­zio­na­mento del pro­gramma Garan­zia Gio­vani, al quale il governo Renzi ha affi­dato la spe­ranza di risol­vere la disoc­cu­pa­zione gio­va­nile, e che invece si è rive­lato un fal­li­mento. La valu­ta­zione spet­terà all’esecutivo  che, in que­sto modo, con­trol­lerà  gli esiti delle sue poli­ti­che e si sen­tirà libero di comu­ni­care i dati a seconda delle con­ve­nienze del momento.

La ristrut­tu­ra­zione mette inol­tre a rischio la pro­roga dei con­tratti di 252 ricer­ca­tori pre­cari in sca­denza il 31 dicem­bre. Molti di loro lavo­rano per l’istituto da oltre 10 anni. A rischio anche i fondi euro­pei del pro­gramma qua­dro 2014–2020. L’Isfol è infatti desti­na­ta­rio di molti finan­zia­menti gra­zie alle  ricer­che con­dotte dai suoi pre­cari. Una situa­zione che ha spinto ieri i ricer­ca­tori ad occu­pare l’istituto in Corso d’Italia a Roma con l’appoggio di tutti i sin­da­cati (Usb, Flc-Cgil, Fir-Cisl, Uil-Rua, Anpri). Sta­mat­tina incon­tre­ranno i ver­tici del Mini­stero del lavoro per difen­dere l’Isfol e l’occupazione.

Da set­ti­mane in mobi­li­ta­zione, i ricer­ca­tori hanno mani­fe­stato al Naza­reno men­tre Renzi espo­neva le ambi­zioni della riforma del lavoro durante l’ultima dire­zione del Par­tito Demo­cra­tico. L’unico depu­tato che si è fer­mato a par­lare con loro è stato Pippo Civati. Nel frat­tempo, sotto una fitta piog­gia, davanti all’entrata del Naza­reno si era schie­rato un bat­ta­glione di poliziotti.

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