Partite Iva, il governo ci ripensa E Renzi: cambieremo le misure

Partite Iva, il governo ci ripensa E Renzi: cambieremo le misure

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ROMA Dopo le modifiche al regime dei minimi il governo prepara un nuovo intervento “riparatore” a favore dei giovani titolari di partita Iva, i più penalizzati dalla riforma. «È sacrosanto un intervento correttivo e mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc» ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, mentre fino a ieri Palazzo Chigi ed il Pd avevano difeso a spada tratta il provvedimento. L’intervento difficilmente potrà essere pronto per la riunione odierna del Consiglio dei ministri, chiamato ad approvare il decreto per il salvataggio dell’Ilva di Taranto, il milleproroghe, e i decreti attuativi delle deleghe sul fisco e sul lavoro.
«Abbiamo ridotto le tasse alle partite Iva di circa un miliardo per circa un milione di destinatari, ma il meccanismo, molto intelligente e coerente dal punto di vista tecnico, fa molto arrabbiare i giovani professionisti perché la suddivisione dell’intervento ha premiato un po’ troppo commercianti ed artigiani, che pure ne hanno bisogno. Sono il primo a non essere soddisfatto del testo su questo punto» ha aggiunto il premier. Il vecchio regime forfettario per i minimi era aperto solo agli under 35, durava 5 anni, ma era limitato ad alcune attività. Con la riforma queste sono state estese a commercio e artigianato, il regime diventa definitivo e non più temporaneo, ma è stata alzata l’aliquota dell’imposta dal 5 al 15%.
Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare i due decreti legislativi di attuazione del Job Acts, uno sugli ammortizzatori sociali, l’altro sul contratto a tutele crescenti, e tre provvedimenti attuativi della delega fiscale. Sarà rivisto il regime delle sanzioni, con l’innalzamento della soglia della punibilità penale dei reati tributari (per la dichiarazione infedele il reato scatterà da 150 mila euro, oggi sono 50 mila), arriverà la regolamentazione dell’abuso del diritto e si darà attuazione alla «cooperative compliance», cioè l’affiancamento del fisco alle aziende nella determinazione dei redditi. Atteso oggi anche il decreto sull’Ilva di Taranto, che prevede, oltre alla modifica della legge sui gruppi in crisi per agevolare l’intervento dello Stato, anche interventi di bonifica. «Se l’Europa vuole impedire di salvare i bambini di Taranto – ha detto Renzi a chi ipotizza un no Ue – ha perso la strada per tornare a casa, io sono più fedele ai bambini di Taranto che ai cavilli, alle regole dell’Ue».
Mario Sensini


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