«Nessuna notizia di 179 persone» Il timore di altri corpi nel traghetto

«Nessuna notizia di 179 persone» Il timore di altri corpi nel traghetto

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I conti continuano a non tornare. Anzi, peggiorano. Sia sui morti: saliti a undici, di cui due italiani. Che sui dispersi (tra i quali ci sarebbe almeno un italiano). È il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, a fornire uno scenario più drammatico. «È presumibile che altre vittime siano ancora sul relitto», ha detto ieri. I naufraghi soccorsi sono 310 — «214 a bordo della nave San Giorgio, 96 portati già in Puglia» — e le vittime accertate 11. Restano 178 persone «di cui non si hanno notizie certe. Però tra questi moltissimi, noi speriamo quasi tutti, se non tutti, sono imbarcati su mercantili diretti in Grecia che hanno prestato soccorso». Di naufraghi non ce ne sono più a bordo della Cruise Europa, la nave che ne ha salvati 69 al largo di Valona e li ha sbarcati tutti sulla costa ellenica lunedì.
Sul Norman Atlantic — ha raccontato il procuratore — viaggiavano 499 persone: 478 tra passeggeri ed equipaggio, 18 in «overbooking» (senza posto assegnato) e tre migranti irregolari. «Essendo stato accertato che la nave trasportava anche dei clandestini verosimilmente nascosti nelle stive — ha aggiunto — il nostro timore è che una volta recuperato il relitto troveremo altre persone decedute».
Un ragionamento confermato anche dalle autorità albanesi che si aspettano, una volta ispezionato il traghetto, qualche corpo in più. «Da anni le autorità greche chiudono un occhio sui migranti irregolari che salpano sulle navi passeggeri nascondendosi sui Tir», ragionano dalla Procura di Tirana. «I camionisti greci, poi, non esitano a trasportarli in Italia facendosi pagare». La circostanza è raccontata perché — è l’ipotesi nella capitale albanese — «l’incendio potrebbe essere stato provocato dai clandestini stessi che, infreddoliti, potrebbero aver cercato di riscaldarsi accendendo un fuoco tra i veicoli».
«Il salvataggio per come è stato condotto, in quelle condizioni, è stato eroico. È compito della magistratura fare chiarezza», ha detto ieri a Tirana, dov’era in visita, il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ieri sera, dopo le otto, la nave San Giorgio è arrivata al porto di Brindisi dov’è stata «accolta» da una nevicata e dal forte vento. Comandante ed equipaggio del Norman Atlantic sono stati poi portati a Bari per essere interrogati.
Sono due le inchieste italiane aperte sul naufragio dalle procure di Bari e Brindisi. I fascicoli verranno unificati in una unica indagine, nel capoluogo pugliese, sotto la guida del procuratore Giuseppe Volpe. Il comandante della Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, e l’armatore della nave, Carlo Visentini, sono indagati per naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose dalla procura di Bari. Sull’incidente indaga anche la Procura albanese e anche la Corte suprema greca ha ordinato l’apertura di un’inchiesta.
In tutto questo ieri due marittimi albanesi di 57 e 59 anni sono morti travolti da un cavo del loro rimorchiatore «Illiria» che tentava di trainare il relitto verso il porto di Valona. Il primo è deceduto quasi subito, il secondo durante il trasporto in ospedale.
L’ultima posizione conosciuta del traghetto è a tre miglia (5,6 chilometri) dall’isola albanese di Saseno. La magistratura albanese, sulla base degli accordi internazionali, ha dato l’ok al trasporto del relitto in Puglia. Così, se il meteo lo permetterà, stamattina sarà un rimorchiatore italiano — aiutato da un elicottero — ad agganciarlo per portarlo poi a Brindisi.
Leonard Berberi


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