L’Italia frena, ma lo spread è ai minimi
ROMA L’economia continua a rallentare, e nonostante gli interessi sui titoli di Stato decennali abbiano raggiunto ieri il loro minimo storico, appena un filo sopra il 2%, e il differenziale con i titoli tedeschi sia sceso a quota 129, livello più basso dal 2011, il governo è preoccupato. Il prodotto interno lordo del terzo trimestre, secondo i dati aggiornati dell’Istat, è in calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Tra luglio e settembre la flessione è stata dello 0,1% sui tre mesi precedenti, ma per quest’anno la caduta del prodotto già acquisita è dello 0,4%. Per non scivolare più giù occorrerebbe un segno positivo nel quarto trimestre dell’anno, mentre il governo vede più realisticamente una crescita nulla. E torna a chiedere all’Unione Europea di darsi una mossa.
Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è preoccupato, e chiede alla Ue di reagire. «La ripresa è ancora debole e la dinamica dei prezzi ci fa ballare pericolosamente sul sentiero di una possibile deflazione». C’è bisogno di investimenti, flessibilità, e secondo Padoan, di più integrazione in Europa, anche in campo fiscale. Proprio ieri il ministro dell’Economia, insieme ai suoi colleghi di Francia e Germania, ha chiesto alla Ue una nuova direttiva contro l’erosione delle basi imponibili fiscali. Mentre Renzi ha avuto un colloquio telefonico con Donald Tusk, nuovo presidente del Consiglio Ue, in vista del vertice del 18-19 dicembre, da cui si attende l’avvio di un piano di rilancio. I conti pubblici italiani, nel frattempo, e nonostante la crisi, sembrano tenere. Nei primi undici mesi il fabbisogno, pari a 81,9 miliardi, è sceso di 13,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. Male invece ieri le borse, con Milano maglia nera in Europa (-1,6%).
Mario Sensini
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