by redazione | 3 Dicembre 2014 13:18
“Con i rom si fanno più soldi che con la droga” dicono gli intercettati dell’inchiesta che in queste ore sta scuotendo Roma. Tra cento fiumi di denaro che stanno emergendo in queste ore dall’inchiesta sulla nuova “Mafia Capitale”, uno pare provenire dal business dei campi rom. Sebbene non si conoscano ancora i termini di cosa ci sia di illecito nella gestione degli otto “villaggi della solidarietà” e dei tre “centri di raccolta” di Roma, può essere utile far un po’ luce sul finanziamento e sui costi delle strutture che ospitano in condizioni spesso degradate centinaia di famiglie ai margini della città.
Il rapporto realizzato dall’Associazione 21 Luglio dal titolo significativo “Campo Nomadi spa. Segregare, concentrare, allontanare i rom. I costi a Roma nel 2013”[1] mette in fila i numeri del business dell’accoglienza dei rom a Roma. Già, perché come appare sempre più chiaramente oggi, di affare e pure bello grosso si tratta vista la quantità di denaro spesa dal Comune solo lo scorso anno. E le collusioni tra istituzioni e organizzazioni criminali per l’assegnazione degli appalti è sempre più evidente.
Nel 2013, per i villaggi della solidarietà e per campi di raccolta nei quali vivono circa 5mila degli 8mila rom censiti sul territorio comunale hanno avuto un costo di 24 milioni e 108.146 euro. Più di 24 milioni per trovare una sistemazione meno che decente per 5000 persone. Quasi 5mila euro a persona.
Dall’analisi dettagliata delle Convenzioni stipulate tra il Comune di Roma e i 35 enti gestori emerge che 16 milioni sono stati spesi per gli otto campi sparsi nella periferia – Lombroso (creato nel 2000), Candoni (2000), Gordiani (2002), Cesarina (anno 2003), Camping River (2005), Castel Romano (2005), Salone (2006), La Barbuta (2012) – più di 6 milioni per i 3 centri di raccolta e un milione e mezzo per le operazioni di sgombero.
Non è un caso che proprio la gestione del campo di Castel Romano sia nel mirino degli investigatori. Il nome della cooperativa Eriches 29 compare a più riprese nell’inchiesta ed è la stessa cooperativa che, come si legge nel rapporto di Associazione 21 Luglio, riceve quasi due milioni di euro nel 2013 per la gestione del villaggio a sud di Roma.
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