«Aggiornare la Costituzione» Veronesi e Brambilla chiedono tutele per gli animali
by redazione | 15 Dicembre 2014 15:29
Milano «È arrivato il momento di accogliere — tra i beni e i valori tutelati dai principi fondamentali della nostra Costituzione — l’ambiente, gli ecosistemi e gli animali in quanto esseri senzienti, capaci cioè di provare piacere e dolore e come tali degni non solo di rispetto ma anche di una diversa considerazione giuridica».
È con un «appello-manifesto» lanciato ieri che Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, e l’oncologo Umberto Veronesi chiedono al Parlamento di aggiornare la Carta costituzionale. «Ho depositato una proposta di legge per rivedere l’articolo 9 della Costituzione, inserendo la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e di tutte le specie animali laddove oggi è tutelato solo il paesaggio», dice Brambilla. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle 34 associazioni riunite nella Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente.
Il documento rappresenta per Brambilla l’espressione di «una più moderna concezione dell’uomo e del suo rapporto con la natura», della quale «hanno già preso atto, almeno in parte, l’Unione Europea con il Trattato di Lisbona e numerose Costituzioni del continente», come quelle di Germania, Austria e Svizzera. «Appare strano — ragiona Brambilla — che non ci abbia ancora pensato l’Italia, Paese dallo straordinario patrimonio ambientale e ricco di biodiversità come nessun altro in Europa».
«Credo che vi siano le condizioni politiche e culturali per cambiare prospettiva e adottare una soluzione più moderna nel definire lo status giuridico degli animali, che all’alba del XXI secolo non possono essere ancora considerati “cose”», continua Brambilla. Che si è schierata contro il decreto legislativo che depenalizza i reati minori. «È molto pericoloso quanto ho letto nella bozza e daremo battaglia — anticipa —. Non si possono cancellare i reati considerati meno gravi con un colpo di spugna perché questo vorrebbe dire che tutte le conquiste per punire il maltrattamento verso gli animali verrebbero d’un tratto cancellate».