Le ong gridano allo scandalo. Una parte dei proventi della Ttf avrebbe, difatti, dovuto essere versata all’aiuto allo sviluppo. Secondo Oxfam France, l’indecisione dei ministri delle finanze “è la prova di quello che diciamo da mesi: la rinuncia da parte della Francia a una Ttf ambiziosa, capace contemporaneamente di regolare la finanza e di generare entrate fiscale massicce”. Il mercato dei derivati, difatti, è quello più imponente (ed è quello che più rischia di trasformarsi in bolla finanziaria). E’ cresciuto del 10% negli ultimi due anni, superano il mezzo milione di miliardi di euro. Secondo i dati della Commissione, avrebbe dovuto portare nelle casse degli stati 21 miliardi di euro (contro solo 4,6 miliardi per il mercato azionario). E’ facile immaginare che il grosso topo nel formaggio che gli europei hanno eletto alla testa della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, non farà nulla per andare contro l’opposizione del suo paese alla Ttf.