Tensioni al corteo. Il governo: no a scontri sul lavoro

by redazione | 8 Novembre 2014 11:28

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NAPOLI Due funzionari di polizia, tredici agenti, due carabinieri, tre manifestanti e un operatore Rai: è piuttosto nutrito il bilancio dei feriti (lievi) nel corso degli incidenti avvenuti ieri mattina nei pressi dell’ingresso di Città della Scienza a Bagnoli ( nella foto Ansa , un momento dei tafferugli).
La manifestazione, cui hanno preso parte circa 1.500 persone, tra esponenti dei movimenti antagonisti, centri sociali, sindacati di base e studenti, era stata organizzata per protestare contro il decreto «sblocca Italia», in concomitanza con la prevista (ma poi rinviata) visita a Napoli del presidente del Consiglio Renzi, che poi, da Villanova d’Albenga dove inaugurava lo stabilimento di Piaggio Aerospace, ha commentato: «Guai a pensare che si possa fare del mondo del lavoro il terreno dello scontro». In piazza erano presenti anche il vicesindaco Tommaso Sodano e il presidente della commissione vigilanza Rai Roberto Fico (Cinque Stelle), che si sono allontanati prima degli incidenti.
La situazione è precipitata quando alcuni partecipanti al corteo hanno cercato di entrare all’interno di Città della Scienza con l’intenzione di organizzare un’assemblea. Secondo gli organizzatori si trattava di una iniziativa concordata e autorizzata. Diversa la versione fornita dalla questura: la manifestazione non avrebbe potuto in alcun modo varcare i cancelli del museo (dove, tra l’altro, era in visita una scolaresca elementare rimasta bloccata all’interno per ore), e per questo un cordone di agenti del reparto mobile era stato schierato all’ingresso.
I tafferugli sono scoppiati quando manifestanti e polizia si sono trovati gli uni di fronte agli altri. Però stavolta i filmati, diffusi proprio dalla questura, dimostrano che non c’è stata una vera e propria carica. Anzi, appare evidente che la polizia ha quasi evitato di reagire quando, dalle prime file di quello spezzone del corteo che più premeva per entrare, è partito un assalto a colpi di bastoni e petardi. Era una situazione senza adeguate vie di fuga, e una carica avrebbe potuto avere conseguenze pericolose. Sono stati esplosi alcuni lacrimogeni per allentare la pressione, e poi, molto lentamente è tornata la calma.
Fulvio Bufi
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