«Spazzino dei cieli» o macchina killer? Il giallo del satellite russo
Print this article Font size -16+
WASHINGTON Il comando Usa, che scruta cieli e spazio dalle viscere di una montagna nel Colorado, lo ha catalogato come «Norad 39765». Una sigla che nasconde qualcosa di intrigante, forse un apparato-killer, in grado di neutralizzare i satelliti nemici.
Il mistero stellare si dipana a partire da maggio, quando la Russia lancia un vettore che trasporta alcuni satelliti per le comunicazioni. Attività in apparenza normale, di routine, ma riservata a chi ha certe capacità. Solo che quel lancio proprio normale non è.
Agli scienziati e agli americani non sfugge la presenza di un oggetto, ritenuto inizialmente un rottame.
Seguendone le mosse, gli esperti vedono che si avvicina ai resti del vettore Briz-Km che galleggiano nello spazio. Non è un movimento casuale ma mirato.
Un appuntamento preciso e manovrato. Da qui si scatenano le interpretazioni su cosa sia quello che gli scienziati chiamano «Oggetto 2014-28E» e per i russi è invece il «Cosmos 2499».
La prima ipotesi — come segnalano il Financial Times ed alcuni siti — punta ad un programma militare. I russi, è l’ipotesi, stanno testando un satellite killer. Una macchina che può distruggere gli oggetti volanti di altri Paesi oppure che può intercettare o disturbarne l’attività.
Mosca, che aveva rinunciato in via ufficiale al progetto, potrebbe aver deciso di rilanciarlo in concomitanza con il riaccendersi dello scontro con la Nato, riempiendo di contenuto minacce lanciate dai generali russi due anni prima.
La seconda strada è più pacifica: potrebbe essere una specie di spazzino che raccoglie i rimasugli di tanti lanci e quanto avvenuto in questi giorni altro non sarebbe che un test di recupero eseguito sulle componenti del vettore. Il dubbio resta, così come le interpretazioni divergenti degli studiosi, consapevoli di quanto sta avvenendo nello spazio.
Le evoluzioni misteriose dell’«Oggetto 2014-28E», infatti, ne ricordano altre. La Russia non è certo da sola in questa nuova gara e i suoi rivali diretti, americani e cinesi, hanno già dedicato risorse ai piani ammazza-satelliti.
Gli Stati Uniti hanno provato il sistema «Angels» e soprattutto hanno tenuto in orbita per oltre due anni il mini-shuttle «X37 B».
Tornata da poco alla base in California, la navetta senza pilota è stata impegnata in una missione top secret. E anche in questo caso, in assenza di spiegazioni precise, si è pensato che tra i suoi compiti ci sia quello di distruggere i satelliti spia avversari.
I cinesi, che ovviamente copiano ogni cosa, hanno imitato la Russia lanciando, nel luglio di un anno fa, lo «Shijian 15» che, una volta in orbita, si è messo nella scia di un vecchio satellite, ripetendo manovre simili a quelle del «Cosmos». Nel 2012, invece, Pechino ha provato lo «Shenlong», ovvero il Dragone divino. La macchina dovrebbe rappresentare la risposta cinese all’«X37B», anche se non è ben chiaro lo status del progetto.
E’ probabile che le intelligence dei tre Paesi — e non solo loro — dedicheranno uomini e risorse per carpire maggiori informazioni su quanto avviene nei centri di ricerca.
La sfida si svolge non solo a migliaia di chilometri d’altezza, ma anche sul terreno, nella speranza di avere la dritta giusta da chi è disposto a tradire o a vendere.
Segreti che valgono oro e per questo sono ben pagati.
Guido Olimpio
Agli scienziati e agli americani non sfugge la presenza di un oggetto, ritenuto inizialmente un rottame.
Seguendone le mosse, gli esperti vedono che si avvicina ai resti del vettore Briz-Km che galleggiano nello spazio. Non è un movimento casuale ma mirato.
Un appuntamento preciso e manovrato. Da qui si scatenano le interpretazioni su cosa sia quello che gli scienziati chiamano «Oggetto 2014-28E» e per i russi è invece il «Cosmos 2499».
La prima ipotesi — come segnalano il Financial Times ed alcuni siti — punta ad un programma militare. I russi, è l’ipotesi, stanno testando un satellite killer. Una macchina che può distruggere gli oggetti volanti di altri Paesi oppure che può intercettare o disturbarne l’attività.
Mosca, che aveva rinunciato in via ufficiale al progetto, potrebbe aver deciso di rilanciarlo in concomitanza con il riaccendersi dello scontro con la Nato, riempiendo di contenuto minacce lanciate dai generali russi due anni prima.
La seconda strada è più pacifica: potrebbe essere una specie di spazzino che raccoglie i rimasugli di tanti lanci e quanto avvenuto in questi giorni altro non sarebbe che un test di recupero eseguito sulle componenti del vettore. Il dubbio resta, così come le interpretazioni divergenti degli studiosi, consapevoli di quanto sta avvenendo nello spazio.
Le evoluzioni misteriose dell’«Oggetto 2014-28E», infatti, ne ricordano altre. La Russia non è certo da sola in questa nuova gara e i suoi rivali diretti, americani e cinesi, hanno già dedicato risorse ai piani ammazza-satelliti.
Gli Stati Uniti hanno provato il sistema «Angels» e soprattutto hanno tenuto in orbita per oltre due anni il mini-shuttle «X37 B».
Tornata da poco alla base in California, la navetta senza pilota è stata impegnata in una missione top secret. E anche in questo caso, in assenza di spiegazioni precise, si è pensato che tra i suoi compiti ci sia quello di distruggere i satelliti spia avversari.
I cinesi, che ovviamente copiano ogni cosa, hanno imitato la Russia lanciando, nel luglio di un anno fa, lo «Shijian 15» che, una volta in orbita, si è messo nella scia di un vecchio satellite, ripetendo manovre simili a quelle del «Cosmos». Nel 2012, invece, Pechino ha provato lo «Shenlong», ovvero il Dragone divino. La macchina dovrebbe rappresentare la risposta cinese all’«X37B», anche se non è ben chiaro lo status del progetto.
E’ probabile che le intelligence dei tre Paesi — e non solo loro — dedicheranno uomini e risorse per carpire maggiori informazioni su quanto avviene nei centri di ricerca.
La sfida si svolge non solo a migliaia di chilometri d’altezza, ma anche sul terreno, nella speranza di avere la dritta giusta da chi è disposto a tradire o a vendere.
Segreti che valgono oro e per questo sono ben pagati.
Guido Olimpio
Related Articles
Daesh in difficoltà in Medio Oriente potrebbe colpire in Europa
L’allarme è stato lanciato dall’European counter terrorism centre (Ectc) dell’Europol, la polizia europea
G20, le ingiustizie della «governanza» mondiale
Il «caos della governance mondiale» è l’etichetta affibbiata a giusto titolo al G20 da parte dei numerosi movimenti alternativi che da ieri manifestano ad Amburgo
Le mani legate di Roma sul caso Regeni È l’Egitto a decidere cosa condividere
Raggiunta una prima intesa con il Cairo. Renzi chiede che la Procura «abbia accesso a tutte le carte»
No comments
Write a comment
No Comments Yet!
You can be first to comment this post!