Milano, guerriglia urbana per sgomberare due case occupate in zona Corvetto

by redazione | 19 Novembre 2014 9:04

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Milano sta diven­tando vio­lenta. C’è qual­cuno a Palazzo Marino che ha qual­cosa da dire? Il rischio è che a pren­der­sela sem­pre con gli indi­fesi ci si abi­tui al peg­gio. Chi deve fare il lavoro sporco ci dà den­tro e chi ammi­ni­stra con­ti­nua a fare spal­lucce, come se fosse nor­male pic­chiare le per­sone nelle strade, come se Milano potesse sop­por­tare un tumulto al giorno solo per­ché qual­cuno (la destra, intesa nella sua acce­zione più ampia) ha dichia­rato la guerra con­tro «l’occupante abu­sivo» e qual­cun altro (la sini­stra che governa) non rie­sce ad ela­bo­rare lo strac­cio di un’idea per evi­tare che la situa­zione degeneri.

Almeno il pre­fetto di Milano, Fran­ce­sco Paolo Tronca, bontà sua, ieri si è lasciato scap­pare «dob­biamo alleg­ge­rire la ten­sione». Non male come rifles­sione dopo che un’altra peri­fe­ria, il Cor­vetto, è stata tea­tro di un’altra scena di guer­ri­glia per sgom­be­rare due occu­pa­zioni col­let­tive (impro­pria­mente chia­mate cen­tri sociali) che hanno oppo­sto resi­stenza senza tanti com­pli­menti. Si è trat­tato di uno sgom­bero ati­pico, non di rou­tine, anche se lunedì sassi e man­ga­nelli si sono incro­ciati men­tre veniva sgom­be­rata una donna con due bambini.

Stessa scena, man­ga­nelli per tutti, per­ché tra­sfor­mare il disa­gio abi­ta­tivo in un pro­blema di lega­lità signi­fica non distin­guere l’occupante che paga un affitto dal delin­quente, la fami­glia povera dagli appro­fit­ta­tori, il «rac­ket» dai movi­menti per la casa. Eppure que­sta è la linea riba­dita ancora ieri dal Cor­riere della Sera: «Nes­suna ille­ga­lità e nes­suna vio­lenza si pos­sono giu­sti­fi­care: l’operazione avviata da Comune, Regione e pre­fet­tura non deve fer­marsi davanti alle inti­mi­da­zioni. La cate­go­ria della delin­quenza deve uscire dalle porte degli alloggi popolari…».

L’ ana­lisi era ospi­tata sulle pagine nazio­nali, per­ché ciò che vale per Milano varrà anche per Napoli, Roma, Torino e Palermo.

Le due case occu­pate a scopo abi­ta­tivo «libe­rate» ieri erano gestite da due realtà cata­lo­gate come «area anar­chica»: Cor­vac­cio Squat e Rosa Nera. Ci sono state cari­che, bar­ri­cate, lan­cio di oggetti, lacri­mo­geni, tre mili­tanti in bilico sul tetto e un cor­teo. Nelle stesse ore, in pre­fet­tura, è stato siglato un patto tra Comune e Regione. Per il sin­daco Pisa­pia, l’obiettivo sarebbe «coniu­gare pre­ven­zione, assi­stenza e repres­sione del rac­ket e di chi pensa che occu­pare non sia reato». Più tran­quil­liz­zante l’opinione del pre­fetto secondo cui «il feno­meno è per noi un pro­blema di disa­gio e fra­gi­lità sociale». Tronca ha pre­ci­sato che «non parte nes­suna task force». Il piano si risol­ve­rebbe in un poten­zia­mento dei con­trolli per impe­dire fla­granze di reato e nel coin­vol­gi­mento di assi­stenti sociali. Forse la poli­zia per prima ha capito che il disa­gio abi­ta­tivo non è un pro­blema di polizia.

Ma chi ci sta mar­ciando? A parte il vec­chio De Corato («sgom­be­riamo tutti i cen­tri sociali»), ci sono espo­nenti di primo piano del governo Renzi che fin­gono di non aver capito. Come il mini­stro Mau­ri­zio Lupi, «final­mente in tema di case e occu­pa­zioni abu­sive a Milano si sta ini­ziando a ripri­sti­nare la lega­lità». E il mini­stro Ange­lino Alfano, un genio dell’ordine pub­blico: «E’ chiaro che la crisi eco­no­mica incide. Noi su alcuni temi saremo infles­si­bili, per esem­pio sugli sgom­beri con­ti­nue­remo ad andare avanti e fino in fondo saremo duri per fare rispet­tare la legge».

E se que­sto è il pugno di ferro di mister 2% sti­rac­chiato, figu­ria­moci quando toc­cherà all’altro Mat­teo nazio­nale sug­ge­rire solu­zioni per ripri­sti­nare la lega­lità nelle periferie.

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