by redazione | 7 Novembre 2014 9:33
Le maschere c’erano, eccome. Sfilando contro l’occhiuta vigilanza governativa in rete e fuori e l’austerity fatta pagare a chi è già fin troppo austero, in molti avevano le ormai inconfondibili sembianze di Guy Fawkes, rese famose dal film V for vendetta. Nel ghigno di Fawkes si riconoscono gruppi anarco-pacifisti, anticapitalisti e pro-Palestina. Fra questi, anche la celebrità televisiva Russell Brand (presente già l’anno scorso e autore fresco di un dibattutissimo libro intitolato — nientedimeno — Revolution) e la stilista Vivienne Westwood, che di sovversioni spettacolari ha il Cv pieno. Non c’è stato scambio di complimenti: la polizia era presente in massa e antisommossa. Il bilancio è di dieci arresti e qualche contuso.
I manifestanti si sono dati appuntamento a Trafalgar Square per poi dirigersi verso il parlamento. Alcuni sono saliti sul piedestallo della colonna di Nelson e hanno sparato fuochi d’artificio, cantando slogan come «One solution, revolution». Si sono poi diretti verso Buckingham Palace e il cuore opulento della Londra commerciale: Piccadilly Circus, Regent Street, Oxford Circus, Park Lane. Da lì, un gruppo più ristretto è andato fin davanti agli ingressi della sempre più filo-Tory Bbc, nella vicina Portland Place, guardata a vista da pochi poliziotti. Il proposito originario — bloccare del tutto i luoghi sacri delle istituzioni britanniche, soprattutto Parliament e Trafalgar Square — non è stato raggiunto.
Nella non-identità collettiva che fa capo ad Anonymous si riconoscono le frange di un anarchismo digitale e postmoderno che ha la rete come proprie coordinate. La scelta del personaggio di Fawkes, tra i più demonizzati della storia Britannica assieme al papa, indica il compimento di un interessante scarto simbolico. Circa quattrocento anni fa, il cinque novembre del 1605, un gruppo di dissidenti cattolici inglesi cercò di assassinare Giacomo Stuart, re scozzese che era salito al trono dopo la morte di Elisabetta I e tra i fondatori dello stato britannico moderno. Il piano fu sgominato, i colpevoli mandati a morte, compreso Fawkes, l’unico esecutore materiale, il complotto fu ribattezzato «la congiura della polvere da sparo» perché puntava a far saltare letteralmente in aria monarca e parlamento. Da allora lo stato britannico ha mantenuto un monopolio delle rappresentazioni di Fawkes, primo «terrorista» della storia britannica, e la sua effigie veniva tradizionalmente bruciata nella «notte dei falò» (bonfire night) ogni 5 novembre, in una sorta di festa popolare folk-politica dove si celebra lo scampato pericolo di monarchia e stato. Se questo monopolio è finalmente in crisi, lo dobbiamo prima alla graphic novel V for vendetta di Alan Moore e David Lloyd, ma soprattutto all’omonimo adattamento cinematografico hollywoodiano dei fratelli Wachowski del 2006. Grazie a loro, il nobiluomo papista è diventato un’icona anarchica senza volto nell’infinito rizoma del web.
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