Landini: lo sciopero sociale parla alla Fiom

Landini: lo sciopero sociale parla alla Fiom

Loading

La Sapienza è in una penom­bra fatta da luci ocra e molto basse, quando il segre­ta­rio gene­rale della Fiom arriva nell’atrio della facoltà di let­tere. Rag­giunge un capan­nello dove con­fa­bu­lano i pro­mo­tori del labo­ra­to­rio romano per lo scio­pero sociale di venerdì 14 novem­bre insieme al por­ta­voce dei Cobas Piero Ber­noc­chi. È que­sta la strana amal­gama tra mondi della sini­stra sin­da­cale, poli­tica e di movi­mento che si è pre­sen­tata ieri in un’assemblea con cen­ti­naia di per­sone.
Il con­cetto più ricor­rente è stato quello di «coa­li­zione» con­tro la pre­ca­rietà e il governo Renzi che intende esten­derla con la legge delega sul Jobs Act. Per Lan­dini, arri­vato all’università in una pausa della trat­ta­tiva per la Thys­sen al mini­stero dello svi­luppo eco­no­mico, «oggi biso­gna coa­liz­zarsi, altri­menti le prendi. C’è un attacco con­tro la pos­si­bi­lità stessa che le per­sone si orga­niz­zino per con­trat­tare le loro con­di­zioni di lavoro. Il com­pito del sin­da­cato è quello di unire ciò che è stato diviso e creare le con­di­zioni affin­chè le per­sone siano in grado di con­trat­tare sul loro lavoro».

 

FIOM, "MARCIA PER IL LAVORO" DEI TRE OPERAI DELLA FIAT-SATA DI MELFI

Dispo­ni­bile a dia­lo­gare con pre­cari e stu­denti, i comi­tati e i sin­da­cati di base (Cobas, Usi, Cub, Adl Cobas) che hanno indetto lo scio­pero sociale e gene­rale di venerdì, Lan­dini ha auspi­cato che quello dei metal­mec­ca­nici con­vo­cato lo stesso giorno incon­tri la pro­po­sta di que­sti sog­getti. Lo scio­pero sociale si arti­co­lerà in parec­chie città con le mani­fe­sta­zioni, bloc­chi, pic­chetti o prese di parola dall’alba al tramonto.

«Lo scio­pero gene­rale dei mec­ca­nici sarà tra­di­zio­nale – ha detto Lan­dini — non è tra­guardo né una sem­plice pro­te­sta. Dopo verrà lo scio­pero gene­rale della Cgil. Noi vogliamo incro­ciare le altre mani­fe­sta­zioni. Nel rispetto dell’autonomia di cia­scuno, senza porre un’egemonia che nes­suno oggi ha, ini­ziamo a fare qual­cosa insieme dopo il 14. Il governo met­terà la fidu­cia sul jobs act. Siamo solo all’inizio».

Echi di un pro­getto di coa­li­zione, sociale e non solo e non tanto tra orga­niz­za­zioni grandi o pic­cole, sono tor­nati anche nell’intervento di Pie­tro Ber­noc­chi (Cobas). «Lo scio­pero sociale è un per­corso ori­gi­nale che mette insieme forze sociali e poli­ti­che, e anche bio­gra­fie per­so­nali che era impen­sa­bile met­tere insieme fino aqual­che anno fa» ha detto. Ber­noc­chi poi ha por­tato fino in fondo il ragio­na­mento sul con­cetto di «coa­li­zione». Ha pro­po­sto «un nuovo rap­porto tra le forme del lavoro, da quello dipen­dente a quello auto­nomo, dal pre­ca­riato nel pub­blico e quello nel pri­vato. Oggi non c’è più la classe ope­raia ege­mo­nica. È stata fran­tu­mata. Il Nove­cento è finito. Oggi c’è un plu­ri­verso fatto di pre­cari, par­tite iva e di molte altre forme del lavoro indi­pen­dente». Met­tere insieme que­sta com­po­si­zione ete­ro­ge­nea «è molto dif­fi­cile, biso­gna fare coa­li­zione in forme ancora ine­dite». Alla Fiom i Cobas pro­pon­gono un dia­logo su come pro­se­guire in que­sto autunno che si sta scal­dando, oltre che un con­fronto sulla rap­pre­sen­tanza sindacale.

Lo scio­pero sociale «è un pro­cesso che si rivolge ai lavo­ra­tori non orga­niz­za­bili – ha soste­nuto Chri­stian Sica del cen­tro sociale Acro­bax di Roma – E’ ini­ziato due mesi fa con l’assemblea nazio­nale dello “stike mee­ting” e oggi ha por­tato alla for­ma­zione di decine di labo­ra­tori in tutto il paese . Vogliamo costruire un per­corso di sin­da­ca­liz­za­zione di massa e dal basso di coloro che non rien­trano nella con­trat­ta­zione e non hanno nem­meno il diritto di scio­pe­rare per­chè sono pre­cari o par­tite Iva». Per i movi­menti il Jobs Act, can­cel­lando l’articolo 18 per i neo-assunti e vin­co­lando le tutele all’anzianità del ser­vi­zio con il con­tratto a “tutele cre­scenti”, pro­vo­cherà una pre­ca­riz­za­zione defi­ni­tiva. «Il Jobs act non crea nuovo lavoro, ma pro­se­gue la vec­chia poli­tica ita­liana per cui a mag­giore fles­si­bi­lità cor­ri­sponde una quota sem­pre mag­giore di disoc­cu­pa­zione. Quella gio­va­nile che ha sfon­dato il 40% ne è una delle dimostrazioni».

Molti spe­rano che l’inedita forma di scio­pero di venerdì sia un’occasione di «accu­mulo» di «forze» e di «rela­zioni». Oggi a Roma è stata annun­ciata una con­te­sta­zione al pre­si­dente della Bce Mario Dra­ghi, pre­sente ad una mani­fe­sta­zione alla facoltà di eco­no­mia di Roma Tre.



Related Articles

Lavoro, stritolati nel silos di grano

Loading

Andrea, di 32 anni, e Riccardo, di soli 19, perdono la vita a Mantova. A Brescia muore un edile albanese

IL NAUFRAGIO DELL’OCCIDENTE

Loading

Quei 900 morti annegati nel Mediterraneo erano partiti dal Centro Africa puntando verso la costa di un’Europa che non conoscevano ma che inseguivano come una promessa di futuro

IMMIGRAZIONE. Importante sentenza di Cassazione: no al carcere

Loading

NULL La Cassazione: Niente carcere per l`immigrato che disubbidisce all`ordine di abbandonare l`Italia “Il clandestino recidivo non può essere arrestato“

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment