Giovani, partite Iva e freelance: niente bonus 80 euro e tasse triplicate

Giovani, partite Iva e freelance: niente bonus 80 euro e tasse triplicate

Loading

E la nave va in un mare di fol­lia. Non poteva essere più effi­cace l’immagine usata dal diret­tore del Cen­sis Giu­seppe De Rita ieri alla pre­sen­ta­zione di uno stu­dio annuale dell’Unrae per descri­vere la discus­sione sull’asset prin­ci­pale della poli­tica eco­no­mica del governo Renzi: il bonus Irpef degli 80 euro. «Pen­sare che in una società satura come quella ita­liana si pos­sano rilan­ciare i con­sumi con 80 euro è una pura fol­lia. Infatti sono andati tutti a soste­nere i risparmi«. O i debiti per multe, rate, bollette.

«L’Italia — ha aggiunto De Rita con il buon senso che può ful­mi­nare tutti leg­gendo le sta­ti­sti­che macro-economiche — è un paese in defla­zione e que­sto pro­duce incer­tezza sul futuro e quindi un atteg­gia­mento atten­di­sta, indu­cendo i con­su­ma­tori a non spen­dere ma a rispar­miare». Il banco di prova è il mer­cato delle auto. Caris­sime, sono in pochi ormai a poter­sele per­met­tere. E poi i famosi risparmi di cui il Bel­paese è orgo­glio­sa­mente ricco. «Men­tre nel 2011 i risparmi delle fami­glie ammon­ta­vano a 23 miliardi di euro, oggi sono 26 miliardi».

Con­si­de­ra­zioni oppor­tune ma che non lasciano un’orma sul bagna­sciuga della poli­tica ita­liana, impe­gnata nell’esercizio più ango­scioso dell’anno: la legge di sta­bi­lità. La mag­gio­ranza, con il Pd in testa, ha con­fer­mato che la pla­tea non cam­bia e dun­que l’esercizio di scuola voluto da Renzi con­ti­nuerà ad essere inu­tile e discri­mi­na­to­rio rispetto a tutte le altre cate­go­rie del lavoro in Ita­lia. A par­tire dai lavo­ra­tori indi­pen­denti, i pre­cari e le par­tite Iva in testa.

Lo ha con­fer­mato il vice­mi­ni­stro all’Economia, Enrico Morando (Pd), secondo il quale «gli sgravi Irpef non si toc­cano per­ché tirando troppo il filo, la corda si spezza». La strut­tura dell’intervento non si può cam­biare per­chè «è legata al red­dito indi­vi­duale e non alla fami­glia». Risul­tato: la com­mis­sione Bilan­cio alla Camera ha boc­ciato l’emendamento (primo fir­ma­ta­rio l’ex vice mini­stro dell’Economia Fas­sina, oggi lea­der della mino­ranza Pd) che chie­deva di modu­lare il bonus in base alla strut­tura fami­liare. Era uno degli otto emen­da­menti, due dei quali soste­nuti da Sel, che ave­vano sca­te­nato l’altro ieri la rea­zione furi­bonda della mag­gio­ranza ren­ziana. È pas­sata invece la modi­fica del «bonus bebè» sui minori pove­ris­simi o in povertà asso­luta. Morando ha voluto così dimo­strare la dispo­ni­bi­lità del governo alla lotta con­tro la povertà. Con misure più vicine al pau­pe­ri­smo che ad una chiara visione uni­ver­sa­li­stica degli effetti sociali della crisi. Quest’ultima aper­tura è stata colta con favore da Fran­ce­sco Boc­cia, pre­si­dente della Bilan­cio alla Camera: «C’è un solo Pd, le pole­mi­che sono stru­men­tali» ha detto. E spera che gli altri sei emen­da­menti ven­gano accolti, a riprova di un’unità del suo par­tito. Unità anche sul Jobs Act, nono­stante le per­ples­sità e i ripen­sa­menti della mino­ranza Pd.

Nell’esecutivo qual­cuno si è però accorto dell’ingiustizia sociale degli 80 euro. È il sot­to­se­gre­ta­rio all’Economia Enrico Zanetti (Scelta Civica), a dimo­stra­zione che Viale XX set­tem­bre è un coro di voci non sem­pre accor­date. Zanetti copre il fronte delle par­tite Iva in un governo osses­sio­nato — come tutti quelli pre­ce­denti — a inter­ve­nire solo sul lavoro dipen­dente. Il sot­to­se­gre­ta­rio pen­sava di «rac­co­gliere applausi» per avere messo sugli auto­nomi 850 milioni di euro. E invece la riforma dei minimi, che tri­plica le tasse per le par­tite Iva under 35 ha tra­sfor­mato il suo sogno in un incubo. Il governo rischia di acca­nirsi sulla pla­tea dei nuovi poveri, col­pen­dolo in maniera defi­ni­tiva. Zanetti auspica che la norma sia cam­biata alla Camera o al Senato. Se invece pas­sasse, per Renzi sarebbe una débâ­cle.

Lui che punta tutto sull’innovazione, le start up e i free­lance, fa un regalo alle par­tite Iva «affluenti», gli auto­nomi come i com­mer­cianti con un red­dito supe­riore ai 40 mila euro anui, raf­forza la lotta di classe con­tro il pro­le­ta­riato dei free­lance e i lavo­ra­tori della cono­scenza con un red­dito di povertà. L’appello di Zanetti sem­bra un vaso di coc­cio nella gigan­to­ma­chia in corso tra sin­da­cati e governo sull’articolo 18. I tempi sulla legge di sta­bi­lità restano ser­rati. Lunedì arri­verà il responso della Com­mis­sione Ue. Si valuta se con­ce­dere a Renzi le atte­nuanti della crisi. In cam­bio il Pd dovrà acce­le­rare sulle riforme. Il modello è il Jobs Act.



Related Articles

Prove di resistenza al capitalismo digitale

Loading

Nella galassia della “sharing economy” esiste anche il tentativo, da parte di una soggettività sempre più ampia ed eterogenea, di resistere alle difficoltà materiali e di creare nuovi orizzonti di senso. Ed emergono nuovi esperimenti di auto-organizzazione e mutualismo

Facchini, la vittoria del cappuccino

Loading

INCHIESTA. Tra i lavoratori delle cooperative della logistica emiliane che hanno vinto la loro battaglia contro i licenziamenti e il taglio del 35% del salario. Pachistani e marocchini che nella lotta per i diritti si sono sentiti «fratelli»

Sentenza UE: Fca deve pagare 30 milioni di tasse. Manager arrestato in Usa

Loading

Capitalismo Senza Regole. Sentenza della Corte di Giustizia Ue sul “vantaggio fiscale” nell’accordo con il Lussemburgo. Inchiesta sul Dieselgate a Detroit

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment