Casa Pound importa la rabbia di Tor Sapienza

Casa Pound importa la rabbia di Tor Sapienza

Loading

I fatti: a poche ore dall’attacco i cara­bi­nieri di Viterbo hanno posto nove per­sone agli arre­sti domi­ci­liari, con l’accusa di aver assal­tato ai bordi del campo del Magliano Romano i tifosi dell’Ardita, con­si­de­rati anti­fa­sci­sti. Molti degli arre­stati gra­vi­tano attorno all’area viter­bese dei «fasci­sti del terzo mil­len­nio» di Casa­ Pound. La que­stura dif­fonde le loro gene­ra­lità. Sono gio­vani, in qual­che caso gio­va­nis­simi. Sono sbu­cati, cap­puc­cio in testa e manico di pic­cone alla mano, da quat­tro auto. Il più grande, denunce e prov­ve­di­menti restrit­tivi sulle spalle ha 32 anni e si chiama Ervin Di Maulo. A Viterbo se lo ricor­dano per le risse e i guai con la giu­sti­zia. Di Maulo da qual­che set­ti­mana si muove in sin­to­nia con la svolta filo-leghista del suo gruppo e cerca di dar vita ad un «comi­tato» nel cen­trale quar­tiere di San Fau­stino. L’armamentario reto­rico cui attinge asso­mi­glia molto a quelli che abbiamo sen­tito nei giorni scorsi nelle peri­fe­rie romane: «Gli ita­liani sono sca­val­cati dagli stra­nieri anche nella frui­zione di impor­tanti ser­vizi come quelli sociali», dice Di Maulo pre­sen­tando la sua ini­zia­tiva ai gior­na­li­sti. Lo scorso 20 otto­bre, poi, ha pre­sie­duto l’incontro che avrebbe dovuto far nascere il comi­tato anti-degrado. Anche in que­sto caso, nella sala della Libre­ria dei Salici che ha ospi­tato l’iniziativa, sono risuo­nati tutti i luo­ghi comuni clas­sici del reper­to­rio xeno­fobo: «Vivono in 12 den­tro alle can­tine, signi­fica che sono troppi», «Le asso­cia­zioni inte­gra­zio­ni­ste come l’Arci pren­dono 30 o 40 euro a immi­grato e poi se ne fre­gano di quel che suc­cede».
Inu­tile spe­ci­fi­care che si agi­tano bufale e fan­ta­smi: quei soldi sono desti­nati all’accoglienza dei rifu­giati, la cui pre­senza però nel quar­tiere non è regi­strata. «Se si tratta dav­vero di un comi­tato con­tro il degrado biso­gna inclu­dere anche gli stra­nieri che vivono qui», ha detto dalla pla­tea uno dei par­te­ci­panti all’incontro. «No — ha rispo­sto una pen­sio­nata in preda alla psi­cosi — Di extra­co­mu­ni­tari bravi non ce ne sono». «C’è anche l’idea di orga­niz­zare un cor­teo con resi­denti e com­mer­cianti per sen­si­bi­liz­zare isti­tu­zioni e opi­nione pub­blica», ha pro­messo Di Maulo. Accanto a lui un altro degli arre­stati di dome­nica, Dario Gaglini, 26 anni, ex can­di­dato sin­daco di Viterbo per Casa­Pound. Nel 2013 ha rac­colto 305 voti, pari allo 0,91 per cento. È dopo bagni elet­to­rali di que­sto tipo che la for­ma­zione d’estrema destra abban­dona posi­zioni da destra radi­cale «post­mo­derna» e, dopo anni di spergiuri circa la discon­ti­nuità con i vec­chi schemi del fasci­smo comin­cia a inse­guire gli umori raz­zi­sti.
Lo schema asso­mi­glia molto a quello di Alba Dorata, che nel 2009 comin­ciò a rac­co­gliere voti e con­sensi ope­rando nel cen­tro di Atene sotto le men­tite spo­glie di sedi­centi «Comi­tati di cit­ta­dini». Con la scusa del «degrado», ad esem­pio, i neo­na­zi­sti greci chiu­sero un parco gio­chi rite­nuto rifu­gio not­turno per migranti e tac­cia­rono di «estre­mi­smo» gli anti­fa­sci­sti. Da lì in avanti, le aggres­sioni a migranti e mili­tanti di sini­stra furono all’ordine del giorno. Che que­sta fosse la stra­te­gia a par­tire dalla peri­fe­rie romane lo aveva anti­ci­pato nel corso di un incon­tro dell’estrema destra del giu­gno scorso il leghi­sta Mario Bor­ghe­zio, garante dell’alleanza tra Lega e Casa­Pound, invo­cando l’ex fon­da­tore di Avan­guar­dia nazio­nale Ste­fano Delle Chiaie con l’appellativo di «coman­dante». «Per­ché non far brec­cia nel cuore dei romani e orga­niz­zare noi delle ini­zia­tive per difen­dere la grande bel­lezza di que­sta città, vio­len­tata schi­fo­sa­mente da quelli che l’hanno riem­pita di immi­grati e di immon­di­zia?», disse Bor­ghe­zio in quell’occasione.



Related Articles

LA CARTA DI MILANO DUE MESI DOPO

Loading

Se vogliamo iniziare l’elenco di quel che bisogna integrare nella Carta di Milano, al primo posto c’è questo: manca una critica serena e ragionata al sistema del libero mercato

Carlo Petrini: «Il clima è cibo e terra»

Loading

Il fondatore della rete Slow Food lancia l’appello online: Non Mangiamoci il Clima . «È grave – per Carlo Petrini – che il paradigma del summit sia legato al business. L’unico che parla di biodiversità è il papa»

Metodologie di resistenza al potere

Loading

Saggi. «Della critica» del sociologo francese Luc Boltanski per Rosenberg&Sellier. Un insieme di testi che mettono in primo piano la presa di distanza dalla scuola di Pierre Bourdieu, in nome di un misurato pragmatismo

1 comment

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment