Carrara sott’acqua Codice rosso a Roma «Chi può stia a casa»
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CARRARA Un boato all’alba. È il Carrione: gonfio di acqua e fango, ha rotto l’argine davanti a via Covetta, frazione di Avenza, sud ovest di Carrara. «Ho avuto come un presentimento e mi sono svegliato — racconta Mayacine Loum, 40 anni, uno dei cinque ambulanti senegalesi dati per dispersi e poi trovati allo stremo sul tetto della loro casa sulle rive del fiume —. L’onda è arrivata dopo pochi secondi. Ho svegliato i miei tre fratelli e l’amico Ammsatou. Siamo saliti dalle finestre sul tetto e siamo riusciti a salvare anche mio fratello Almeu, 61 anni, disabile, sollevandolo con la carrozzina. Poi, al buio e sotto il diluvio, abbiamo atteso i soccorsi».
Li hanno salvati alle 9 gli anfibi delle squadre della protezione civile e portati al centro di raccolta degli alluvionati a Carrara Fiere e per altre sei ore hanno aspettato, infreddoliti, vestiti asciutti e scarpe. Hanno perso tutto ma sono stato fortunati. «In quel punto il fiume era diventato una rapida di melma e detriti — racconta un vigile del fuoco — e aveva una forza spaventosa». Eppure che quell’argine fosse instabile, nonostante i lavori di ripristino, lo sapevano tutti. «Avevo presentato un esposto, nessuno mi ha ascoltato», denuncia Sabina Bertoloni, che si è salvata aggrappandosi a un ramo mentre l’acqua la risucchiava.
Gli alluvionati sono oltre 7 mila e gli sfollati centinaia, a Carrara e frazioni, il meteo non è favorevole e per oggi è scattata la massima allerta (ieri era media). Lo stesso grado d’emergenza lanciato a Roma e provincia dove oggi tutte le scuole (università escluse) saranno chiuse. E con loro anche i siti archeologici statali del Lazio, compresi Colosseo e Fori Imperiali, e i cimiteri. In serata un aereo colpito da un fulmine è stato costretto a un atterraggio d’emergenza a Fiumicino. Nessun ferito. Ma per oggi il prefetto ha allertato la protezione civile nei vari quartieri della Capitale. «Uscite di casa solo per lavoro e per necessità» è l’appello, alla vigilia di una giornata che si annuncia, parole sue, «senza precedenti».
Mezza Italia combatte con il maltempo. Ieri una tromba d’aria ha scoperchiato i tetti di edifici pubblici e case ad Acireale, in Sicilia: alberi sradicati, pali dell’illuminazione divelti, negozi e scuole sott’acqua. È codice rosso in 8 regioni: Friuli, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia.
A Carrara si spala il fango da case e negozi. «Il terreno sembra un pozzo putrido senza fondo» racconta Davide Salvetti, proprietario di una villetta. L’esasperazione si fa sentire anche nel centro storico alluvionato e senza corrente. «Marceremo sul Comune — dice un uomo che ha avuto la casa devastata anche dalle due alluvioni precedenti —. Non solo con gli ombrelli ma con i bastoni».
Non è finita. «La protezione civile ha diramato l’allarme massimo» dice il vicesindaco Andrea Vannucci. E la Procura apre un’inchiesta, l’ennesima, per disastro colposo.
Marco Gasperetti
Gli alluvionati sono oltre 7 mila e gli sfollati centinaia, a Carrara e frazioni, il meteo non è favorevole e per oggi è scattata la massima allerta (ieri era media). Lo stesso grado d’emergenza lanciato a Roma e provincia dove oggi tutte le scuole (università escluse) saranno chiuse. E con loro anche i siti archeologici statali del Lazio, compresi Colosseo e Fori Imperiali, e i cimiteri. In serata un aereo colpito da un fulmine è stato costretto a un atterraggio d’emergenza a Fiumicino. Nessun ferito. Ma per oggi il prefetto ha allertato la protezione civile nei vari quartieri della Capitale. «Uscite di casa solo per lavoro e per necessità» è l’appello, alla vigilia di una giornata che si annuncia, parole sue, «senza precedenti».
Mezza Italia combatte con il maltempo. Ieri una tromba d’aria ha scoperchiato i tetti di edifici pubblici e case ad Acireale, in Sicilia: alberi sradicati, pali dell’illuminazione divelti, negozi e scuole sott’acqua. È codice rosso in 8 regioni: Friuli, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia.
A Carrara si spala il fango da case e negozi. «Il terreno sembra un pozzo putrido senza fondo» racconta Davide Salvetti, proprietario di una villetta. L’esasperazione si fa sentire anche nel centro storico alluvionato e senza corrente. «Marceremo sul Comune — dice un uomo che ha avuto la casa devastata anche dalle due alluvioni precedenti —. Non solo con gli ombrelli ma con i bastoni».
Non è finita. «La protezione civile ha diramato l’allarme massimo» dice il vicesindaco Andrea Vannucci. E la Procura apre un’inchiesta, l’ennesima, per disastro colposo.
Marco Gasperetti
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