“Noi abbandonati senza tutele” l’allarme delle giovani partite Iva

“Noi abbandonati senza tutele” l’allarme delle giovani partite Iva

Loading

ROMA . Sono informatici, designer, grafici, traduttori, esperti di marketing, organizzatori di eventi, consulenti di imprese. Un milione e mezzo di persone (nell’universo ben più vasto di partite Iva vere o finte) che vanno avanti in una giungla fatta di lavori a singhiozzo e pacchetti clienti, aziende da soddisfare e gare al ribasso. Di loro, di questo terziario avanzato che è in gran parte giovane e cresce ogni giorno di più, il governo Renzi sembra essersi dimenticato. L’associazione Acta – nata nel 2004 per rappresentare i free lance del mondo del lavoro – ha lanciato il suo grido d’allarme la settimana scorsa alla Camera: «Siamo rimasti fuori dagli 80 euro, non c’è niente per noi nel jobs act, non abbiamo un’indennità malattia degna di questo nome. Il governo aveva promesso fondi nella legge di stabilità, e invece quel che c’è ci penalizza », spiega la presidente Anna Soru.
In effetti, gli 800 milioni che Matteo Renzi aveva promesso al mondo delle partite Iva dopo la loro esclusione dal bonus fiscale, serviranno in gran parte ad abbassare i contributi previdenziali per artigiani e commercianti (519 milioni). Il resto doveva allargare la platea del cosiddetto regime dei minimi, quello che consente a un ragazzo che si mette in proprio per fare – ad esempio – il consulente, di avere un carico fiscale vantaggioso ed evitare adempimenti complicati. E invece, le cose potrebbero addirittura peggiorare. Oggi, per chi avvia un’attività per i primi 5 anni (o per chi non ha compiuto 35 anni di età) questo regime prevede un’imposta del 5%, l’esenzione dall’Iva e la possibilità di scaricare i costi sostenuti a fronte di un fatturato di 30mila euro annui. In Stabilità, il regime si applica è vero – a tutti, ma con un’aliquota maggiore – al 15% – compensata in parte da un calcolo dei costi a forfait, ma entro un limite di 15mila euro annui che a molti è sembrato una beffa. Con in più una clausola di salvaguardia che fa sì che chi ha già aperto una partita Iva godrà dei vecchi vantaggi, mentre per chi la aprirà dal primo gennaio sarà tutto diverso.
«Il limite a 15mila euro – spiega Mara Mucci, Movimento 5 Stelle – porterà a un aumento del nero, perché molti cercheranno di restare entro i minimi. E il sommerso sarà favorito anche dal forfait dei costi. In più, non si fa niente per le partite Iva finte, anzi – nel tentativo di farle uscire allo scoperto – finiranno per essere pagate di meno». Mucci propone per tutti gli autonomi un limite a 40mila euro (il governo ha differenziato per categorie) e un ritocco all’aliquota in caso di mancate coperture. Che sia necessario intervenire, lo ha ammesso lo stesso sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti martedì sera a Ballarò, e lo dice il deputato Pd Antonio Misiani: «Il regime va cambiato, ma il problema è più generale: è necessario allargare il sistema delle tutele a questi lavoratori, che sono tantissimi. E bisogna prima di tutto bloccare l’innalzamento dei loro contributi, che cominceranno a salire dal prossimo anno per arrivare entro il 2019 al 33 per cento, dal 27 attuale». «Ci dicono che è per le nostre pensioni – spiega Anna Soru – ma il punto è che noi stentiamo ad andare avanti oggi. Quel che chiediamo è di essere ascoltati. Da un governo che dice di guardare al mondo del lavoro com’è oggi ci sembra il minimo. Finora però non è successo ».


Related Articles

Boom della cassa e pessimismo per il nuovo anno

Loading

CGIL/CONFESERCENTI
ROMA Nuovo allarme sulla cassa integrazione, la crisi non accenna a fermare la sua corsa: secondo un’elaborazione della Cgil sui dati Inps, durante lo scorso anno sono stati circa 520 mila i lavoratori «equivalenti» in cassa integrazione a zero ore. Nel complesso sono state autorizzate quasi 1,1 miliardi di ore. Un numero che si traduce in circa 8 mila euro a testa persi, per un taglio complessivo della busta paga di 4,2 miliardi al netto delle tasse.

Eredi di Osama, orfani di Saddam Ecco tutti gli uomini del Califfo

Loading

Luogotenenti, governatori, capi militari: la struttura dell’Isis, diffusa e in parte nascosta

Incidente all’Ilva: un morto e un ferito

Loading

Sotto accusa l’accordo azienda sindacati

TARANTO. Sicurezza sul lavoro: vietato fare denunce, gli impianti non devono fermarsi. Tre decessi in sei mesi Alle 4.40 di notte, Taranto è avvolta nel sonno cullata dal mare.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment