Serra apre un caso sul diritto di sciopero

Serra apre un caso sul diritto di sciopero

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FIRENZE Mai stato un pompiere. Duro, secco, poche subordinate e concetti affilati. Quando il finanziere Davide Serra, 43 anni, un passato nella banca d’affari Morgan Stanley, un presente come amministratore delegato del fondo Algebris, si materializza al fianco di Matteo Renzi (e capita spesso nei momenti nevralgici), l’incendio è garantito.
Due anni fa, in piene primarie, ingaggiò una rissa verbale sulle Cayman, condita da minacce di querela, con l’allora segretario pd Pier Luigi Bersani. Ieri, sotto le volte della Leopolda, la giornata pareva partita bene. Al tavolo 50, quello sulle Piccole e medie imprese, la presenza di Serra faceva da catalizzatore. Poi, zac, la scintilla che ha acceso l’incendio. Campo di battaglia: il diritto di sciopero. Roba da scossa elettrica nel giorno in cui la Cgil ha riempito le piazze. Gli chiedono tra una pausa e l’altra dei lavori: limitare il diritto di sciopero dei lavoratori pubblici? E lui, dritto come un treno: «Esatto, va molto regolato prima che tutti lo facciano random. Se volete scioperare, scioperate tutti in un giorno: in caso contrario, chi vuole venire qui ad investire, non ci viene. Quello che voglio dire è che lo sciopero è un diritto, ma anche un costo». Ed era solo l’antipasto. Il Jobs Act? «Potrebbe essere più aggressivo. In Italia siamo rimasti agli Anni 60: ma che vadano a vedere come funziona in Russia e in Cina!». E sul minacciato sciopero generale: «Se vogliono aumentare i disoccupati, facciano pure».
Naturalmente non sono parole dal sen sfuggite. Dicono che Renzi, che dal palco non si perde un sospiro di questa Leopolda, non abbia gradito. In effetti, dalla cerchia attorno al premier sono in tanti a prendere le distanze dal finanziere. La prima è una delle conduttrici della Leopolda, la deputata Silvia Fregolent: «Lo sciopero è un diritto sancito dalla Costituzione». Netto anche il sottosegretario Graziano Delrio: «Non sono d’accordo con Serra, il problema dell’Italia non è limitare il diritto di sciopero, ma creare lavoro». Da Roma arrivano le bordate di Susanna Camusso: «Il costo degli scioperi non è dei finanzieri, ma dei lavoratori che rivendicano i loro diritti». E Pippo Civati: «Forse alla Leopolda c’è anche una delegazione della destra repubblicana statunitense». Lapidaria il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: «Non aggiungerei altri temi alla riforma». La risposta di Serra? «Mi iscriverò al Pd, ho fatto domanda a Londra…».


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