«L’Ue non coprirà il 40% dei costi», la Commissione trasporti di Strasburgo gela i Sì Tav

«L’Ue non coprirà il 40% dei costi», la Commissione trasporti di Strasburgo gela i Sì Tav

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Il rischio, per chi segue distrat­ta­mente la vicenda Tav, è quello di una distor­sione cogni­tiva. In Ita­lia, i governi che si sus­se­guono fanno a gara nel con­si­de­rare la Torino-Lione ogni volta ancor più prio­ri­ta­ria. Supe­rati i con­fini, que­sta verità appa­ren­te­mente inos­si­da­bile si fran­tuma in mille pezzi. I dubbi, prima della Fran­cia e ora quelli dell’Europa, lo testi­mo­niano. Ecco, per­ché la dele­ga­zione No Tav – ita­liana e fran­cese – ospite degli euro­par­la­men­tari (Lista Tsi­pras, M5s, Verdi) a Bru­xel­les, si è voluta atte­nere ai docu­menti ufficiali-istituzionali (accordi, trat­tati, rap­porti) e non quelli di parte, per sol­le­varne le con­trad­di­zioni interne.

Ma a sor­pren­dere tutti è stato l’intervento di ben­ve­nuto di Michael Cra­mer, pre­si­dente della Com­mis­sione tra­sporti del Par­la­mento euro­peo ed espo­nente tede­sco del Gruppo Verde/Alleanza libera euro­pea. «Non è vero­si­mile che l’Ue sia in grado di coprire il 40% del costo totale del pro­getto Torino-Lione, come spe­rato dai governi di Ita­lia e Fran­cia. L’Italia è impe­gnata in tre grandi pro­getti: il cor­ri­doio Genova-Rotterdam, il tun­nel di base Torino-Lione e quello del Bren­nero». Ha poi aggiunto: «L’Unione Euro­pea deve indi­riz­zarsi verso il pro­getto più impor­tante con la migliore ana­lisi costi bene­fici, il cor­ri­doio Genova-Rotterdam, che fu deciso nel Trat­tato di Lugano del 1996, tra Olanda, Ger­ma­nia, Sviz­zera e Ita­lia. Attual­mente è anche il primo cor­ri­doio sul quale è stato svi­lup­pato il Sistema di Gestione del Traf­fico Fer­ro­via­rio Euro­peo (Ertms) e sul quale risul­tano appli­cate le regole dei cor­ri­doi fer­ro­viari merci. Il Trat­tato di Lugano dovrebbe essere rispet­tato, que­sto cor­ri­doio dovrebbe essere la prio­rità in Ita­lia e in Europa».

Doc­cia fredda per i Sì Tav e per il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio della Torino-Lione, Mario Virano? «Le cose non stanno così», repli­cano, dando appun­ta­mento al 27 feb­braio, quando l’Ue chiu­derà il dos­sier sul finan­zia­mento per vedere chi avrà ragione. Virano ha, inol­tre, pre­ci­sato che finora le posi­zioni uffi­ciali di Bru­xel­les hanno con­fer­mato il cofi­nan­zia­mento al 40%.

A far parte della dele­ga­zione ita­liana che mar­tedì ha incon­trato i par­la­men­tari a Bru­xel­les c’erano, tra gli altri, Paolo Prieri (Pre­si­dio Europa, il net­work con­ti­nen­tale con­tro le «opere inu­tili») e Luca Giunti (natu­ra­li­sta e mem­bro della com­mis­sione tec­nica della Comu­nità mon­tana): quelli che in que­sti anni hanno eretto bar­ri­cate di carta con­tro l’opera. «Il noc­ciolo della que­stione – ha spie­gato Giunti – è che il pro­getto è vec­chio e i pochi lavori ese­guiti sono in gra­vis­simo ritardo. Alcuni finan­zia­menti euro­pei erano già stati tagliati lo scorso anno (276,5 milioni di eurondr). Ma la Torino-Lione è, ora, pronta a per­dere altri 33 milioni di con­tri­buti euro­pei, dato che lo scavo del cuni­colo esplo­ra­tivo della Mad­da­lena non sarà ulti­mato entro il ter­mine peren­to­rio fis­sato dall’Ue per il 31 dicem­bre 2015. In 20 mesi di lavoro, hanno sca­vato il 17% del tratto, impen­sa­bile rie­scano a ter­mi­narlo entro i pros­simi 14 mesi».

Il fatto che il pre­si­dente Cra­mer abbia par­lato di prio­rità del cor­ri­doio Genova-Rotterdam, ha spo­stato l’attenzione su un altro con­te­stato pro­getto, il Terzo Valico (la linea Genova-Rivalta Scri­via). «Non è così – sot­to­li­nea Prieri — non si è asso­lu­ta­mente espo­sto sull’argomento. Ha solo pre­ci­sato come le merci si muo­vano più comu­ne­mente da Nord a Sud. Secondo me, inol­tre, non ha senso costruire un insulso Terzo valico, visto che ce ne sono già due. Le linee attuali, più che suf­fi­cienti, vanno curate e ammodernate».

Pre­senti alla riu­nione in cui i tec­nici No Tav hanno pre­sen­tato le cri­ti­cità del pro­getto anche gli euro­par­la­men­tari ita­liani Cur­zio Mal­tese (Lista Tsipras/Gue) e Tiziana Beghin (M5s). È matu­rata la volontà da parte dei gruppi Gue, Verdi e M5s di lavo­rare insieme ai No Tav costi­tuendo una sorta di «tavolo permanente».

Intanto, men­tre a Torino pro­se­gue il maxi-processo con­tro 53 No Tav (l’avvocatura dello Stato ha chie­sto un milione e 200 mila euro di risar­ci­mento per i danni al can­tiere com­messi nell’estate 2011), sull’altro fronte – appunto il Terzo Valico, recen­te­mente alla­gato — il movi­mento si è rivolto al al pro­cu­ra­tore di Genova, Michele Di Lecce. «Seque­stri imme­dia­ta­mente il can­tiere da cui è caduta, a Genova, la frana sul Frec­cia­bianca, onde evi­tare che col pas­sare del tempo ven­gano meno le prove».



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