Kobane. L’Isis avanza. «Sarà come Srebrenica»

Kobane. L’Isis avanza. «Sarà come Srebrenica»

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BOIDI (Confine Turchia-Siria) Sono cominciati i massacri di curdi nella cittadina assediata di Kobane per mano dei fanatici guerriglieri dello Stato Islamico. L’epilogo della Alamo curda, che solo sino a qualche giorno fa era soltanto una minaccia, sta diventando realtà. L’Onu teme che almeno 700 civili, per lo più anziani rimasti nel centro, possano restare trucidati assieme a 12 mila altri intrappolati lungo il confine chiuso dai turchi. A loro si aggiungono alcune migliaia di guerriglieri curdi, tra cui molte donne.
Sui social media locali circolano già le fotografie dell’orrore che riprendono gruppi informi di corpi insanguinati dei combattenti. Le diffondono a bella posta i loro carnefici con l’intento propagandistico di terrorizzare: il cadavere di un combattente appeso per i piedi al braccio di una ruspa; tanti riversi a terra, alcuni decapitati; altri ancora semisepolti dalle macerie e il terriccio provocati dall’esplosione di un’autobomba kamikaze contro la loro postazione. Colpisce il montaggio di due foto parallele. Nella prima compare una bella ragazza molto giovane dei gruppi femminili combattenti curdi (le Ypj, «Unità di difesa delle donne»). Sorride, è in mimetica, in una mano tiene il fucile, con l’altra fa la «V» di vittoria. Ma nella seconda immagine uno dei tagliagole islamici brandisce la sua testa decapitata come un trofeo, le lunghe trecce bionde pendono nel vuoto. Ieri i blogger curdi notavano che sarebbe la foto di una delle tre ragazze decapitate la settimana scorsa. Le immagini delle prime due erano state diffuse subito.
Ancora giovedì avevamo osservato una debole ritirata delle teste di punta jihadiste bombardate ripetutamente dall’aviazione americana. Ma da ieri mattina la situazione è mutata: si combatte in pieno centro. Nonostante i raid Usa, i curdi si stanno ritirando. Mancano di munizioni. Pare che lo Stato Islamico controlli almeno il 40 per cento dell’area urbana, compreso il quartier generale delle milizie curde. Ma un disertore curdo riuscito ieri a scappare in Turchia ci ha detto che in realtà i suoi compagni sono intrappolati nel 30 per cento della città. A suo dire i morti curdi nelle ultime 24 ore sarebbero tra 150 e 250. Intanto le pattuglie nemiche si sono avvicinate all’ultimo punto di transito frontaliero con la Turchia, potrebbe venire preso da un momento all’altro. Tutto ciò avviene letteralmente sotto il naso dei soldati turchi, che però continuano a restare passivi.
Un accorato grido di allarme è arrivato ieri dall’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, che ha paragonato il fatto di Kobane alla «vergogna» di Srebrenica, la cittadina bosniaca dove nel 1995 oltre 8 mila civili vennero trucidati dai serbi davanti agli occhi delle truppe Onu, le quali quasi nulla fecero per impedirlo. «Non possiamo restare in silenzio», ha dunque tuonato de Mistura, chiedendo tra l’altro ad Ankara di permettere il passaggio ai volontari curdi in Turchia «con le loro armi» per andare a combattere con i curdi siriani.
Lorenzo Cremonesi


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