Rémi è morto nei boschi del Tarn vicino al paese di Gaillac. Qui l’amministrazione ha varato un progetto faraonico per la costruzione di una diga che dovrebbe servire ad assicurare un lago artificiale da 1,5 milioni di metri cubi d’acqua. Secondo i promotori, dovrebbe servire a garantire l’irrigazione delle terre confinanti. Secondo gli oppositori, è un favore ad alcuni – pochi – proprietari terrieri che sviluppano agricoltura intensiva, mentre il lago distruggerebbe un prezioso habitat naturale che protegge decine di specie rare. Proprio oggi alcuni esperti avrebbero consegnato alla prefettura del Tarn il loro parere: e stando alle anticipazioni di Afp l’analisi tecnica sarebbe assolutamente contraria all’opera.
Intanto però i lavori sono iniziati. Dal primo settembre le ruspe sono all’opera per distruggere il bosco di Sivens. È qui che cinquemila manifestanti si sono riuniti sabato pomeriggio. All’inizio la manifestazione è stata rumorosa e pacifica. La sera sono iniziati gli scontri con la polizia. Il prefetto ha parlato di molotov e pietre lanciate agli agenti che difendevano il cantiere. E le forze dell’ordine avrebbero agito di conseguenza.
Polizia contro i manifestanti a Sivens (frame di un video)
Ma secondo il portavoce del collettivo per la salvaguardia della zona del Testet, Ben Lafety, la polizia starebbe usando dall’inizio delle proteste mezzi sproporzionati e aggressivi nei confronti dei giovani riuniti contro la diga: lacrimogeni, proiettili di gomma, bombe assordanti. «Non stiamo dicendo che le forze dell’ordine abbiano ucciso il manifestante», ha detto Lafety a Libération[2] : «Ma domenica all’alba di sicuro sono state tirate delle granate per disperdere l’assembramento di persone. La reazione dei gendarmi è stato sproporzionata e senza rispetto per le regole di sicurezza».
Attivisti riuniti, domenica, dopo la morte di Remi
Domenica, dopo la notizia della morte del ventunenne, diverse centinaia di attivisti si sono riuniti a Gaillac. Sono scoppiati roghi e il monumento ai caduti è stato sfregiato, fino all’intervento della polizia. E oggi continuano le proteste. In attesa dell’esito dell’autopsia.