Dei 150 mila migranti sbarcati nel 2014 solo il 30% ha chiesto asilo politico
MILANO – L’applicazione della circolare diramata dal Ministero dell’Interno un mese fa “produrrà la lievitazione delle domande d’asilo”. Lo afferma il sottosegretario al Ministero dell’Interno Domenico Manzione, a Milano per la firma dell’accordo con Comune di Milano e Prefettura per la riapertura del Cie di via Corelli trasformato in centro di accoglienza. Una certezza: dall’entrata in vigore della circolare si iniziano a vedere i primi effetti.
Secondo il questore di Milano Luigi Savina, anch’egli presente alla firma dell’accordo, da quando è entrata in vigore la circolare “l’80% dei profughi che arrivano nei centri di dirottamento come Bresso vengono segnalati”. Il fotosegnalamento è in capo solo alla Polizia di Stato: nessun altra istituzione può farlo. Gli identificati sono i profughi spediti dalle zone costiere via aereo o pullman dal Viminale. Discorso diverso per chi arriva in Stazione Centrale: “Sono profughi che hanno attraversato viaggi durissimi, l’intromissione delle forze dell’ordine non sarebbe vista di buon occhio”, precisa. Per loro, quindi, non è previsto un fotosegnalamento immediato. Motivo per il quale chi non ha lasciato le impronte prova comunque a ripartire per il Nord Europa nel giro di pochi giorni.
Il sottosegretario Manzione mette sul piatto i numeri a cui il Viminale sta facendo fronte. Centocinquantamila sono stati gli sbarchi nel giro di un anno (33 mila i siriani e altrettanti gli eritrei), 45 mila le domande d’asilo deposte e 25 mila quelle già analizzate. Di queste, solo 3 mila hanno ottenuto l’asilo politico. A quanto risulta al giornale svedese Dagens Nyheter, che ha incrociato le dichiarazioni rilasciate alla testata dal prefetto Mario Morcone con i dati dell’agenzia che gestisce le informazioni contenute in Eurodac, EU-Lisa, sarebbero 61 mila i profughi passati attraverso l’Italia passati senza lasciare traccia e 84 mila quelli invece regolarmente registrati nell’Eurodac, il database con le impronte digitali dei profughi arrivati nell’Unione Europea.
Manzione descrive anche le modifiche nel sistema di accoglienza previste dalla Legge Comunitaria bis approvata dal Parlamento il 17 settembre. Manzione spiega che cambieranno i tempi di permanenza nei Cie, che passeranno ad un mese e mezzo invece che i 18 odierni. “L’obiettivo è velocizzare le pratiche”, spiega. Il sistema di accoglienza ordinario si articola poi su tre livelli: la primissima accoglienza, il passaggio attraverso gli hub (ossia strutture intermedie da cui poi si smistano i profughi che hanno fatto domanda di asilo) fino poi all’ingresso nel progetto Sprar. Per fare fronte alla crescente richiesta di valutazione delle domande d’asilo, il testo prevede anche l’aumento degli organi preposti alla sua valutazione, le Commissioni territoriali, fino ad un massimo di 20 (oggi sono 11). (lb)
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