by redazione | 6 Ottobre 2014 12:06
DALLAS. ARRIVANO i droni di mare. Con un incredibile tempismo dagli Stati Uniti e dalla Germania, nello stesso giorno, vengono presentati due progetti che potrebbero rivoluzionare in un futuro molto vicino quanto accade nei mari, sia a livello militare che civile. La U. S. Navy, la marina da guerra degli Stati Uniti, ci stava lavorando da tempo. Ad agosto ha fatto le prove generali, con tredici barche (più o meno della stazza di un grande gommone) senza equipaggio e teleguidate, che hanno fatto da scorta ad una vera nave da guerra. Luogo delle esercitazioni — durate due settimane — il fiume James in Virginia, un grande corso d’acqua lungo oltre 500 chilometri che passa vicino a Norfolk (dove ha sede la più grande base navale della “flotta dell’Atlantico”) e che in alcuni punti ha caratteristiche simili a quelle dello Stretto di Hormuz nel Golfo Persico. Ovvero il luogo dove la flotta americana è impegnata con le sue navi e i suoi aerei nella guerra contro il terrorismo e lo Stato Islamico.
Robert Brizzolara, il capo del progetto, ha spiegato alla Associated Press che le barche sono in grado di decidere, attraverso i sofisticati software di cui sono dotate, quali movimenti fare nel caso “rilevino una minaccia” alla nave da guerra che stanno scortando, se debbano circondare oppure bloccare il percorso di una nave nemica, a seconda dei movimenti di quella nave e delle altre che sono nelle vicinanze della zona di combattimento. E ha raccontato come durante le esercitazioni sul fiume James, otto dei tredici “droni marini” impegnati si sono improvvisamente distaccati dalla nave che scortavano nel preciso momento in cui si è avvicinata un’altra nave da guerra che aveva il ruolo di nemica.
Le motovedette teleguidate hanno uno scafo rigido e una parte rigonfiabile, proprio come i gommoni e sono armate di mitragliatrici calibro. 50 che possono sparare nel caso vengano attivate (in questo caso la decisione è umana) dalla nave-comando. Sarà sempre un ufficiale della Marina a gestire e guidare le barche senza equipaggio e lo stesso ufficiale (o un altro marinaio) potrà anche, in caso di necessità, salire a bordo su uno dei “droni marini” per guidarlo manualmente. Nel caso che la comunicazione tra un “drone marino” e la navecomando si dovesse per qualche ragione interrompere, l’imbarcazione telecomandata si spegnerà automaticamente. La grande differenza rispetto agli aerei senza pilota è che questi ultimi possono essere teleguidati anche a decine di migliaia di chilometri di distanza, le barche (almeno per il momento) hanno bisogno di una nave-comando in un’area vicina. Gli ingegneri e i ricercatori della Marina Usa hanno lavorato al progetto per anni. Una collaborazione decisiva l’hanno avuta dai tecnici della Nasa che lavorano al progetto Mars Rover. Una volta a regime i programmi per guidare “droni marini” (che entreranno in servizio il prossimo anno) verranno applicati a tutte le navi da guerra.
Dalla Germania arriva invece la notizia (pubblicata dall’edizione online dello Spiegel) che un team di ricercatori tedeschi dell’azienda DNV GL hanno messo a punto una nave capace di navigare telecomandata e guidata da computer, senza capitano e senza equipaggio. Il prototipo in scala 1: 20 è stato già collaudato. Il progetto prevede inizialmente la costruzione di grandi navi portacontainer e in futuro anche navicisterna tipo petroliere. per ora il progetto (che interessa alcuni armatori norvegesi per il traffico navale lungo la costa) prevede un’autonomia per le navi telecomandate di circa 185 chilometri.
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