Mancano i fondi per gli statali blocco stipendi anche nel 2015

by redazione | 4 Settembre 2014 9:27

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ROMA . Mancano le risorse e il governo mantiene il blocco dei salari degli statali. L’annuncio viene dal ministro Madia che spiega come, in questo momento, non ci siano i soldi per sbloccare i contratti agli oltre 3,3 milioni di dipendenti pubblici. Un’operazione da 7 miliardi di euro. Immediata la levata di scudi della Cgil che definisce la decisione “inaccettabile” e annuncia una mobilitazione. Sul piede di guerra anche Cisl e Uil.
Mentre la disoccupazione in Italia ormai sfiora la soglia del 13% il ministro Marianna Madia annuncia anche per il 2015 il blocco dei contratti degli statali, scatenando la rivolta dei sindacati che minacciano la mobilitazione.
L’Ocse nell’ Employment outlook ha diffuso i dati sul quarto trimestre dell’anno: in Italia il tasso di disoccupazione è al 12,9%; sono i giovani i più colpiti dalla crisi di lavoro tasso di disoccupazione al 43% – e l’Ocse avverte che per loro «cresce il rischio di stigma, cioè di subire un calo permanente delle prospettive di occupazione e remunerazione». E’ aumentata anche la quota di giovani totalmente inattivi, ovvero i neet che non lavorano, non studiano e non seguono alcun tipo di formazione. Nella classifica dei peggiori tra i 34 Paesi dell’Ocse per la disoccupazione complessiva, ci piazziamo oggi al quinto posto, dietro al 27,1% previsto per la Grecia, il 25% della Spagna, il 15% del Portogallo e il 13,7% della Repubblica Slovacca.
Mentre per il tasso di occupazione peggio di noi fa solo la Grecia.
Andrà meglio, sia pur di poco nel 2015, anno nel quale l’organizzazione prevede per il nostro Paese un calo dei senza lavoro al 12,2%. E come se non bastasse la carenza di impiego, anche i salari sono in coda ai Paesi Ocse: siamo al 20esimo posto con una retribuzione media di 34.661 dollari a parità di potere d’acquisto, decisamente sotto la media dell’area che è di 43.772 dollari. Una delle vie d’uscita secondo il governo, potrebbe arrivare dal Jobs Act e dalla riforma dell’Articolo 18. Grazie a questo strumento «riusciremo a creare un mercato del lavoro più semplice ed efficiente, più equo ed inclusivo, migliorando la produttività generale del sistema Italia rendendolo, anche da questo punto di vista, più europeo» dice il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a commento dei dati diffusi dall’Ocse. «La legge delega attualmente all’esame del Senato — prosegue Poletti — prevede non solo un’ampia riforma della regolamentazione del lavoro, ma anche il rafforzamento degli strumenti di politiche attive per il lavoro ed il riordino degli ammortizzatori sociali, oltre ad una semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico dei datori di lavoro».
Nelle stesse ore il ministro della Pa Madia, ha invece annunciato che il blocco dei contratti degli statali sarà confermato anche per il 2015. «In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti non ci sono», ha spiegato il ministro che però ha confermato la volontà del governo di procedere col bonus da 80 euro. Secondo i calcoli della Cgil i dipendenti pubblici perderanno in media, a causa del blocco dei contratti esteso pure al prossimo anno, circa 4.800 euro, 600 dei quali nel 2015.
Fino al 2014 i mancati aumenti varrebbero 4.200 euro.

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