Stato-mafia, spunta la P2 l’uomo dei Servizi accusa “Mori cercava affiliati”
PALERMO . I misteri della loggia P2 irrompono nel processo per la trattativa Stato-mafia. Un nuovo testimone ha raccontato ai pm di Palermo che uno dei loro imputati eccellenti, il generale Mario Mori, avrebbe frequentato il maestro Licio Gelli, negli anni Settanta. Così, in questi ultimi mesi, è iniziata in gran segreto una nuova indagine per scavare nel passato dell’ex comandante del Ros poi diventato capo dei Servizi, l’uomo del dialogo segreto con Vito Ciancimino nei mesi delle stragi Falcone e Borsellino.
Il nuovo testimone si chiama Mauro Venturi, ha 84 anni, è un ex generale dei carabinieri che negli anni Settanta lavorava con Mori al servizio segreto Sid. «Mi disse che alcuni nostri colleghi avevano già aderito alla P2 — rivela il testimone — tentò di convincermi, mi spiegò che non era una loggia come le altre. Mi propose anche di andare a trovare Gelli. Alle mie perplessità reagì dicendo che gli appartenenti al servizio sarebbero stati inseriti in una lista riservata». Venturi descrive il giovane capitano Mori come un ufficiale spregiudicato, inserito nella cordata del direttore del servizio Vito Miceli, in quegli anni coinvolto nella cospirazione del golpe Borghese. «Mori era il fiduciario del colonnello Marzollo — racconta il testimone — tutti e due intercettavano abusivamente il telefono del generale Maletti, il capo dell’ufficio D. Mori teneva rapporti con il giornalista Mino Pecorelli, con le sue macchine da scrivere preparava anonimi». Il verbale di Venturi è ora agli atti del processo trattativa. I pm Di Matteo, Tartaglia, Del Bene e Teresi puntano a far emergere tutte le ombre nella carriera di Mori, accusato di essere stato uno dei protagonisti della trattativa Stato-mafia. Il nuovo scenario fra P2 ed eversione di destra viene approfondito anche dal procuratore generale Roberto Scarpinato, che chiederà la riapertura dell’istruttoria in un altro processo che vede imputato Mori, in appello, per aver favorito la latitanza del boss Provenzano. In primo grado, il generale è stato assolto. Il pg insiste per la sua colpevolezza. E, adesso, alla vigilia del processo spunta un’incursione nella stanza di Scarpinato: qualcuno gli ha lasciato una lettera anonima sulla scrivania. E gli ha scritto: «Fermati». A cosa è riferito? Le indagini sul Sid sembrano portare dritte agli anni della trattativa. Il fratello dell’avvocato di Ciancimino, Gianfranco Ghiron, era una fonte di Mori, nome in codice “Crocetta”. Nel 1975, Ghiron ammise davanti ai magistrati di Brescia di aver ricevuto una lettera da una fonte legata all’estrema destra: gli diceva di informare il «dottor Amici» della partenza di Gelli per l’Argentina. «Amici è Mori», mise a verbale Ghiron.
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