F35. Un passo in avanti, con truffa

F35. Un passo in avanti, con truffa

Loading

La Camera dei depu­tati ha votato ieri le nuove mozioni sul pro­gramma dei cac­cia­bom­bar­dieri F35. Sono state boc­ciate quelle (di Sel e M5S) che pun­ta­vano alla can­cel­la­zione del pro­gramma e appro­vate quella del Pd, che chiede il dimez­za­mento del finan­zia­mento del pro­gramma, e quelle di Forza Ita­lia e Scelta civica per il «man­te­ni­mento degli impe­gni pre­ce­den­te­mente assunti». Un vero pastic­cio oppure una truffa: il governo potrà deci­dere di seguire a seconda delle esi­genze la linea che ritiene più opportuna.

Tanto che la mini­stra Pinotti e il sot­to­se­gre­ta­rio Rossi hanno subito riba­dito l’intenzione del governo di con­ti­nuare con gli F35 come nulla fosse.

Dalla pre­sen­ta­zione delle vec­chie mozioni nel giu­gno 2013 sono pas­sati 15 mesi — forse un po’ troppi — durante i quali la Com­mis­sione Difesa ha potuto fare tutti gli appro­fon­di­menti neces­sari e alla fine, a mag­gio 2014, appro­vare una rela­zione con­clu­siva che chiede il dimez­za­mento del finan­zia­mento del programma.

In que­sti 15 mesi il Con­si­glio supremo di Difesa ha inti­mato al par­la­mento di non pro­ce­dere a tagli di spesa sui sistemi d’arma e la mini­stra Pinotti ha invi­tato ad aspet­tare, prima di pren­dere qual­siasi deci­sione, l’elaborazione del Libro bianco della Difesa. Ma come spen­dere i soldi degli ita­liani, anche per gli F35, non lo deci­dono i com­po­nenti del Con­si­glio supremo di Difesa, né la mini­stra Pinotti e i suoi tec­nici, né i ver­tici delle forze armate: lo decide il par­la­mento. È però acca­duto che prima il mini­stro Mauro e poi la mini­stra Pinotti hanno disat­teso la pur blanda mozione appro­vata a fine giu­gno 2013 dall’allora mag­gio­ranza (Pd, Pdl, Scelta civica). Quella mozione chie­deva la sospen­sione di nuovi acqui­sti in attesa degli appro­fon­di­menti della inchie­sta cono­sci­tiva della Com­mis­sione Difesa. Ma appunto le deci­sioni del par­la­mento non sono state rispet­tate: nel set­tem­bre 2013 e nel marzo 2014 si sono defi­niti e con­clusi nuovi con­tratti — che non era­vamo obbli­gati a defi­nire e a con­clu­dere — per altri cacciabombardieri.

Con la boc­cia­tura delle mozioni che chie­de­vano lo stop dei cac­cia­bom­bar­dieri si è persa un’occasione. Il par­la­mento tor­nerà a occu­par­sene con la legge di sta­bi­lità e poi con il Libro bianco della Difesa. E tor­ne­ranno tutte le ragioni del no agli F35.

Che in sin­tesi sono cin­que: 1) Per­ché è con­tra­rio allo spi­rito e alla let­tera dell’art. 11 della Costi­tu­zione. Sono aerei per fare la guerra, da first strike, e noi non dob­biamo fare guerre. 2) Per­ché è uno spreco colos­sale. 14 miliardi but­tati al vento, con i quali potremmo sbloc­care il con­tratto dei dipen­denti pub­blici, assu­mere i pre­cari della scuola e met­tere in sicu­rezza le scuole nelle zone sismi­che. 3) Per­ché que­gli aerei sono dei bidoni: il soft­ware non fun­ziona, i veli­voli sono troppo pesanti, i caschi dei piloti fanno vedere le tra­veg­gole; quando si alzano in volo, quelli a decollo ver­ti­cale, squa­gliano l’asfalto e se c’è un tem­po­rale devono tor­nare alla base. 4) Per­ché non ser­vono né alla difesa del paese (non sono cac­cia inter­cet­tori), né agli obbli­ghi che abbiamo a livello inter­na­zio­nale in ambito Onu. 5) Per­ché non creano posti di lavoro se non in modo irri­so­rio (rispetto agli inve­sti­menti) e invece di sti­mo­lare l’industria ita­liana, sono solo un favore all’industria americana.

Renzi ha aperto tante con­sul­ta­zioni on line — su terzo set­tore, riforma della scuola… — per­ché non l’ha fatto anche sugli F35? Per­ché sarebbe stato som­merso dalle richie­ste di imme­diato stop a que­sta folle avven­tura. Il paese è con­tra­rio a que­sto programma.

È da 12 anni che que­sto gior­nale denun­cia gli F35, e da 5 che lo chiede anche la cam­pa­gna «Taglia le ali alle armi». Gra­zie alla mobi­li­ta­zione dei paci­fi­sti sono stati otte­nuti due impor­tanti risul­tati. Il primo: la que­stione F35 è arri­vata al cen­tro del dibat­tito poli­tico e dell’attenzione dell’opinione pub­blica. Il secondo è che le forze di que­sta mag­gio­ranza poli­tica che fino a due anni fa soste­ne­vano «senza se e senza ma» il pro­gramma F35, ora hanno molti, veri, dubbi. Così tanti da por­tare il Pd a chie­dere nella sua mozione il dimez­za­mento del finan­zia­mento. Che è una cat­tiva noti­zia: il pro­gramma non viene can­cel­lato e con­ti­nue­remo a spen­dere comun­que tanti soldi per que­sti cac­cia­bom­bar­dieri. Ma dimo­stra anche che la mobi­li­ta­zione paci­fi­sta ha lasciato almeno un segno tan­gi­bile — certo non basta — che almeno incide sulla spesa scel­le­rata. E poi c’è il pastic­cio (o la truffa) dell’approvazione con­tem­po­ra­nea da parte Pd della sua mozione e di quelle di Forza Ita­lia e Scelta Civica.

Para­fra­sando Renzi, passo dopo passo siamo arri­vati da 131 a 90 cac­cia­bom­bar­dieri con il governo Monti, ora con Renzi pas­se­remmo da 90 a più o meno 45. Passo dopo passo can­cel­lia­moli tutti. E accet­tiamo l’invito che arriva addi­rit­tura da papa Fran­ce­sco che a Redi­pu­glia per le cele­bra­zioni della tra­ge­dia della I guerra mon­diale ha chie­sto di inve­stire nella pace, nella pre­ven­zione dei con­flitti e non nel mer­cato delle armi e nelle spese mili­tari. Il nostro paese può fare a meno degli F35, ma non può fare a meno del lavoro, della sicu­rezza sociale e ambien­tale, di una scuola degna di que­sto nome.



Related Articles

Conflitto, la Consulta deciderà  entro l’anno

Loading

Già  nominati i due relatori. E sulle intercettazioni il Pdl accelera: ora nuove regole

E Italia Futura è già  un pre-partito 30 mila adesioni e sedi in tutta Italia

Loading

Dopo la contromanovra il movimento appoggerà  il referendum per il ritorno al Mattarellum.  Con lui società  civile, borghesia liberale e delusi del Pd  Con lui società  civile, borghesia liberale e delusi del Pd.   Il presidente della Ferrari ha indicato il 2013 come momento del debutto. In ogni regione un portavoce, dalla Merloni al costruttore Matarrese. Scartata l’ipotesi di unirsi al Terzo Polo, l’idea è correre da solo, ma serve la riforma elettorale

Montezemolo: meglio una patrimoniale su noi ricchi

Loading

«Scelte deboli contro l’emergenza Stanno asserragliati nei Palazzi». «Stanno asserragliati in due chilometri quadrati nel centro di Roma, rinchiusi nei Palazzi della politica e non si rendono conto di quello che il Paese reale sta attraversando…».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment