Eterologa, lo strappo dei governatori

Eterologa, lo strappo dei governatori

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ROMA . Le Regioni, sulla fecondazione eterologa, non aspettano più. Ieri si è riunita la commissione Salute della Conferenza regionale che ha stilato un documento con le linee guida per disciplinarla in tutta Italia. Sarà gratuita, c’è il limite di dieci nati per ogni donatore e il medico deve scegliere gameti che garantiscano lo stesso colore dei capelli e della pelle, nonché il gruppo sanguigno della coppia. Un testo, di tredici pagine, che scavalca governo e parlamento, rimasti immobili nonostante siano passati cinque mesi da quando la Consulta dichiarò illegittima la parte della legge 40 che la vietava.
L’accordo, che per avere validità dovrà essere firmato oggi dai Governatori (stando a quanto anticipato da alcuni assessori, il sì sarà unanime), ricalca più o meno il decreto presentato dal
ministro Lorenzin e stoppato dal premier Renzi ad agosto. All’eterologa si potrà accedere «qualora sia accertata una patologia irreversibile di sterilità o infertilità». Possono farvi ricorso le donne «in età potenzialmente fertile».
Il limite è fissato a 43 anni, oltre il quale la prestazione non sarà più gratuita né garantita dai sistemi sanitari regionali. La donazione di gameti, «atto volontario e gratuito», è consentita ai maschi tra i 18 e i 40 anni e alle femmine tra i 20 e i 35 anni. Le cellule riproduttive di un medesimo soggetto non potranno determinare più di dieci nascite, esclusi i casi in cui una coppia abbia già avuto un figlio con eterologa e intenda sottoporsi di nuovo al trattamento.
I donatori sono «assolutamente anonimi», i genitori possono conoscerne solo l’età e il gruppo sanguigno. Dalla versione finale del documento è stato tolto il passaggio, presente nella bozza, per cui al compimento del 25esimo anno di età il nato da eterologa può chiedere di conoscere padre e madre biologici. È rimandato «al Parlamento» il compito di legiferare su questo punto. Ma il passaggio più delicato di tutto il documento, evitato dal decreto Lorenzin, è quello introdotto dalla dicitura: “Scelta delle caratteristiche fenotipiche”. Per i pazienti non è possibile scegliere i gameti, altrimenti si incorre nella «illegittima selezione eugenetica ». Il centro medico però deve comunque ragionevolmente garantire la somiglianza «delle principali caratteristiche fenotipiche del donatore e della coppia ricevente». Non è scritto esplicitamente ma il riferimento è al colore dei capelli, alla pelle e al gruppo sanguigno.
La Toscana si è già dotata di una norma specifica e oggi cominciano gli incontri all’ospedale Careggi di Firenze per le 184 coppie che si sono prenotate. Ma il ministro della Salute frena gli entusiasmi: «Le Regioni — dice Beatrice Lorenzin — fanno bene a lavorare insieme ma una legge è necessaria per regolare i ticket e per l’inserimento dell’eterologa nei Lea. Ho inviato la bozza di decreto a Camera e Senato e auspico che il lavoro parlamentare sia veloce».



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