Difesa, tecnologia, reti l’allarme dell’intelligence sulle mosse di Pechino

by redazione | 22 Settembre 2014 9:06

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Attenzione, nessuna caccia alle streghe ma i rischi ci sono ed è necessaria grande prudenza. Questa è la sintesi del rapporto sugli investimenti cinesi in Italia preparato dal dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Il documento, tenuto strettamente riservato e consegnato alla presidenza del consiglio nel giugno scorso, in occasione del viaggio di Matteo Renzi a Pechino, analizza i problemi che possono nascere dall’entrata in forze sul mercato italiano di capitali in arrivo dalla Cina. Nel testo si evita accuratamente di esaminare operazioni specifiche ma sul tappeto, proprio in questi giorni, ci sono le scelte che Finmeccanica, controllata dal ministero dell’Economia, deve fare sul destino dell’Ansaldo Breda nei trasporti ferroviari e di Ansaldo Sts, molto forte nei sistemi di segnalamento.
L’offerta cinese, presentata dalla China Cnr corporation, leader mondiale nella costruzione di locomotive, e dalla Insigma group è particolarmente generosa, anche se deve competere con quelle della giapponese Hitachi e della francese Thales. L’incognita è se il governo darà via libera alla cordata di Pechino. La linea seguita nel rapporto dell’intelligence, una decina di pagine più allegati, è che ogni operazione fa storia a sé e va approfondita, tenendo conto di volta in volta delle specificità. Viene sottolineata però la necessità che, in particolare, tre tipi d’investimento vengano valutati con estrema cautela: quelli in settori strategici come la difesa, le acquisizioni di società tecnologicamente avanzate, le grandi reti di collegamento. La seconda categoria comprende non solo le aziende hi-tech per definizione, ma anche quelle tradizionali in cui la tecnologia avanzata è parte fondamentale dei processi di produzione, come l’alimentare o la moda. Sicuramente fanno parte del raggruppamento sia Ansaldo Breda sia Ansaldo Sts perché si tratta di società tecnologicamente all’avanguardia.
Ansaldo Breda, soprattutto, sarebbe nelle condizioni di cogliere opportunità di crescita che soltanto Cnr può offrire sul mercato cinese e a livello mondiale, perché l’azienda di Pechino è un colosso che attualmente realizza oltre il 90 per cento del giro d’affari in Cina e grazie all’esperienza della società italiana potrà acquistare peso nelle gare internazionali. Di qui i vantaggi sia per il venditore Finmeccanica, che massimizza l’incasso, sia per la salvaguardia dell’occupazione in quanto Ansaldo Breda chiude da anni i bilanci in rosso, più o meno profondo.
Restano agli atti preoccupazioni e perplessità dell’intelligence italiana che fa la sua parte, cioè spiega i rischi legati agli investimenti cinesi. Nella premessa del rapporto viene sottolineato che l’interesse della Cina verso le aziende italiane è molto alto. E un discreto numero di settori é nel mirino: dall’ambiente all’alimentare, dalle tlc alle reti, dal fashion alla difesa. Questo perché l’Italia è un trampolino ideale per la crescita in Europa e la Cina ha scelto di ridurre l’esposizione sui titoli pubblici americani spostando risorse verso l’area euro.
Il risultato è che negli ultimi mesi il ritmo degli investimenti di Pechino in Italia si è intensificato, superando i 5 miliardi di euro. E, secondo fonti bene informate, altri investimenti importanti sono in arrivo oltre all’offerta per le due Ansaldo. La visita in Italia del primo ministro cinese, Li Kequiang, prevista per metà ottobre, servirà anche per preparare il terreno. Musica soave per Renzi e il governo, perché significa l’arrivo di liquidità e risorse, molto gradite. Ma ognuno deve recitare la sua parte in commedia, compresi i servizi segreti che, nel documento, moltiplicano gli inviti alla cautela.
Per quanto riguarda le reti il consiglio è di seguire il modello inglese che ha permesso alla Huawei, colosso delle tlc, di crescere nel Regno Unito ma senza sedere in cabina di regia. Pieno via libera, invece, per gli investimenti che finanziano la nascita di nuove aziende. Sempre secondo il principio che le opportunità vanno colte, ma senza esagerare.
Fabio Tamburini

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