“Le volontarie non sono ostaggio dell’Is”
ROMA . «Non mi risulta che Vanessa Marzullo e Greta Ramelli siano nelle mani dei jihadisti dell’Is». Il sottosegretario agli Esteri Mario Giro non dà credito all’ipotesi del quotidiano inglese Guardian: le due volontarie italiane non sono prigioniere dei terroristi dello Stato Islamico, «quelle indiscrezioni non sembrano veritiere». Era stato Martin Chulov, corrispondente dal Medio Oriente per il giornale inglese a far temere il peggio. «Gli ultimi ostaggi catturati – ha scritto – sono due donne italiane, un danese e un giapponese. Si trovano a Raqqa, roccaforte dello stato islamico a Nord della Siria». In quella che sembra essere la fase più delicata della trattativa, dunque, la Farnesina smentisce. Invitando naturalmente al riserbo, ma senza specificare di più: «Stiamo facendo il possibile per liberarle e speriamo accada presto», ha detto Giro ai
microfoni di Rai News 2-4. Anche secondo fonti dell’intelligence, del resto, le ragazze «non sono in mano ai tagliagole, ma in una situazione diversa». Forse quella descritta qualche giorno fa dal quotidiano arabo pubblicato a Londra al Quds al Arabi. Il gruppo di ribelli Ahsar ash Sham avrebbe catturato un membro di un gruppo rivale che ha confessato di essere un mediatore: «Sto trattando con le autorità italiane per raggiungere un accordo sul riscatto». L’uomo sarebbe stato effettivamente catturato a Sarmada, nei pressi del confine turco, in un territorio controllato dai ribelli e non dai terroristi.
Questo non vuol dire che la partita sia semplice: secondo fonti locali chi le ha rapite ha già ceduto le ragazze a un altro gruppo, anche se ancora all’interno della galassia ribelle che combatte contro Assad. Però la soluzione va
trovata in fretta: «Lo scenario è fluido», dicono gli 007 e questo anche in prospettiva delle prossime mosse americane. I rapitori potrebbero infatti decidere di fare il doppio gioco e “cedere” Greta e Vanessa all’Is, allo scopo di incassare riconoscimento politico ed economico dagli uomini del Califfato. «Le ipotesi sono tante, stiamo lavorando in tutte le direzioni. Di sicuro l’Italia non abbandona nessuno» ha concluso Giro.
«Noi oggi siamo un po’ più ottimisti» si lascia andare al telefono Roberto Andrevill, che con Vanessa e Greta ha fondato il progetto Horryaty che ha portato le due ragazze in Siria. «L’Italia ha appena dato il suo assenso per dare armi ai curdi. Se fosse stato come scrive il Guardian , ci sarebbe stata più cautela, tanto più dopo l’assassinio del giornalista Foley. Perché armando i curdi anche noi diventiamo nemici dell’Is, come gli americani. No, il governo non avrebbero rischiato proprio ora».
Related Articles
Da ricercatori a imprenditori: così il governo vuole cambiare la ricerca
Università. “La riforma prevista in una delega specifica alla legge Madia che renderà la figura del ricercatore “libera” di giocare con le stesse regole che hanno i ricercatori di altri Paesi”
“Una palla di fuoco nel cielo” precipita il volo Parigi-Cairo Incubo bomba a bordo
L’A320 dell’EgyptAir è sparito dai radar sull’Egeo: morti 56 passeggeri e dieci membri dell’equipaggio. “Probabile atto terroristico”
Caso dimissioni, interviene Napolitano E richiama la pienezza dei suoi poteri
Nota del Quirinale che esprime sorpresa: responsabilità del capo dello Stato le decisioni che saranno prese