Ue, il giorno della Mogherini guiderà la politica estera “Sfide immani ma sono pronta”

Ue, il giorno della Mogherini guiderà la politica estera “Sfide immani ma sono pronta”

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PARIGI . Dopo un braccio di ferro durato mesi, Matteo Renzi ha vinto la sua battaglia a Bruxelles. Federica Mogherini è stata nominata Lady Pesc, ovvero Alto Rappresentante per la politica estera europea. Il sostegno al ministro degli Esteri italiano è stato confermato ieri mattina durante il vertice dei leader socialdemocratici europei a Parigi. «Mogherini è una buona candidata, credo che la sua nomina sia ormai acquisita» si è sbilanciato François Hollande prima di partecipare al Consiglio europeo convocato a Bruxelles. Poche ore dopo è arrivata l’ufficializzazione. Mogherini prende il posto della britannica Catherine Ashton e sarà vice-presidente della nuova commissione guidata da Jean-Claude Juncker. Il Consiglio europeo ha dato anche il via libera anche il successore del belga Herman Van Rompuy a presidente del Consiglio Europeo: sarà il premier polacco Donald Tusk, esponente dei popolari-conservatori.
La nomina di Mogherini era stata rimandata a luglio per l’opposizione dei paesi dell’Est che la consideravano troppo “filo russa”. Nelle ultime settimane, c’era anche aveva sottolineato la sua giovane età. Mogherini, 41 anni, è ministro degli Esteri da sei mesi. «C’è una nuova generazione di leader europei ed è importante che siano rappresentati nelle istituzioni europee» ha detto la nuova Lady Pesc. «So che le sfide sono immani: abbiamo una crisi sul suolo europeo, in Ucraina, e poi Iraq, Libia e Siria».
«L’Italia ha ottenuto un importante riconoscimento» ha commentato in una nota il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricordando che Mogherini «è stata in prima linea in questo momento così difficile a livello internazionale». Il ministro italiano è stato accolto ieri a Bruxelles da un coro unanime di elogi. «E’ il nuovo volto dell’Europa» ha detto Van Rompuy. Nel pomeriggio, Mogherini è stata ricevuta anche da Juncker che l’ha definita «molto competente ed europeista convinta». La battaglia passa adesso su un posto chiave della Commissione Ue, il commissariato agli Affari economici. L’uomo sostenuto dall’Eliseo (ma anche da Palazzo Chigi) è Pierre Moscovici. L’ex ministro francese sconta però l’ostilità della Germania, che spinge per l’olandese Jeroen Dijsselbloem. Per cercare di accontentare tutti, Juncker potrebbe dividere l’attuale commissariato in diversi portafogli e anche nominare quattro vicepresidenti: il finlandese Jyrki Katainen avrebbe la supervisione dei commissariati economici. Un’altra nomina da decidere è la guida all’Eurogruppo. Il nome che circola è quello del ministro spagnolo dell’Economia, Luis De Guindos, sotenuto dalla Germania.



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