Tasse a rate, dal 2015 sarà più facile Record di richieste a Equitalia

Tasse a rate, dal 2015 sarà più facile Record di richieste a Equitalia

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ROMA — Il fisco pesa ma in tempo di crisi le entrate tributarie e contributive dello Stato segnano il passo, presentando, nel primo semestre dell’anno, una flessione, sia pure non significativa, dello 0,4%, vale a dire 1,26 miliardi di euro in meno, rispetto allo stesso periodo del 2013. In attesa, e nell’auspicio, che la crisi venga messa alle spalle e si possa arrivare ad un calo delle aliquote, l’amministrazione tributaria ce la mette tutta per incassare gli arretrati. Così Equitalia ieri ha annunciato che dal prossimo anno le cartelle esattoriali che invierà al contribuente ritardatario o moroso saranno accompagnate da un apposito modulo per richiedere la rateizzazione dell’imposta dovuta. L’interessato potrà quindi decidere se pagare in un’unica soluzione o se spalmare la somma richiesta in più versamenti e lo potrà fare direttamente senza fare file allo sportello degli Uffici tributari. Una semplificazione, non c’è che dire, che certo non alleggerisce l’onere tributario ma lo rende meno scomodo. Del resto – dice la stessa Equitalia – negli ultimi tempi le richieste di ottenere un po’ più di respiro nel pagamento dei tributi arretrati (nelle cartelle di Equitalia in realtà vanno a finire anche i contributi, le multe e le sanzioni in genere) si sono moltiplicate.
Stando ai dati diffusi sempre ieri dalla società di riscossione, in luglio c’è stato un vero e proprio record di richieste di rateizzazione: ben 156 mila, con una media settimanale doppia rispetto a quella dei primi sei mesi dell’anno. Ad oggi sono attive 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi. Di queste, circa il 76,9% riguarda persone fisiche, il restante 23,1% società e partite Iva. Considerando gli importi le percentuali però cambiano: il 65,9% è stato concesso a imprese e il 34,1% a persone fisiche. Non per nulla il 70,8% delle rateizzazioni riguarda debiti fino a 5 mila euro, il 26,2% debiti tra 5 e 50 mila euro e il 2,9% oltre 50 mila. Più della metà delle riscossioni di Equitalia avviene tramite il pagamento dilazionato. La Lombardia guida la «classifica» delle regioni con oltre 384 mila rateizzazioni attive per un importo di 5,5 miliardi, seguita dal Lazio (305 mila per un importo di 3,7 miliardi), dalla Campania (265 mila per un importo di 3,2 miliardi) e dalla Toscana (231 mila per un importo di 1,9 miliardi).
Nel diffondere i dati Equitalia ricorda che è possibile ottenere un piano di rateizzazione ordinario fino a 72 rate, cioè fino a 6 anni, oppure straordinario fino a 120 rate, che vuole dire una dilazione di 10 anni. L’importo minimo di ogni rata è, salvo eccezioni, pari a 100 euro. La rateizzazione massima «si può ottenere in caso di grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica ed estranea alla propria responsabilità». I piani di rateizzazione, ordinari e straordinari, possono essere prorogati una sola volta. Si decade dal beneficio in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive.
Tornando ai dati delle entrate, che hanno fatto registrare un calo dello 0,4% nel primo semestre del 2014, il ministero dell’Economia ha precisato che la «lieve» variazione registrata è la risultante di due elementi principali: la diminuzione del gettito tributario dello 0,7% (pari a 1,5 miliardi di euro) e la crescita, in termini di cassa, delle entrate contributive pari allo 0,2% (cioè di 253 milioni di euro)
Le entrate tributarie, specifica ancora il ministero guidato da Pier Carlo Padoan, scontano la flessione dell’Ires, l’imposta a carico delle imprese, calata di 3,4 miliardi cioè del 26%, dovuta ai minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014 effettuati da banche e assicurazioni, conseguenti alla maggiorazione al 130% dell’acconto 2013. Per l’Irpef il calo è stato solo di 175 milioni, pari allo 0,2%. per la maggior parte attribuibile al lavoratori autonomi. Il risultato positivo delle entrate contributive sconta invece gli effetti delle misure di riduzione del cuneo fiscale previste per i premi assicurativi Inail dalla legge di stabilità per il 2014.
Rispetto alle cifre diffuse dal ministero e da Equitalia si registra il commento preoccupato della Confcommercio e l’intervento della Cgia di Mestre che ricorda come la pressione fiscale sia salita da 1980 ad oggi di 12,6 punti percentuali, dal 31,4% al 44%. Con un impatto per le imprese italiane di oltre 110 miliardi di euro l’anno.
Stefania Tamburello



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