Obama: «Voltare pagina sulle armi alla polizia»

by redazione | 24 Agosto 2014 16:26

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«Mani alzate, non spa­rate», «basta con la bru­ta­lità della poli­zia», «anche la vita dei neri è impor­tante», «siamo il 99%», «non c’è pace senza giu­sti­zia». I car­telli e gli slo­gan sono gli stessi di Fer­gu­son, ma la dimo­stra­zione si tiene parec­chi stati e qual­che migliaio di chi­lo­me­tri più a nord. Anche l’afroamericano morto ingiu­sta­mente è un altro, si chiama Eric Gar­ner. È in suo nome che ieri mat­tina alcune migliaia di per­sone si sono riu­nite per mar­ciare in un quar­tiere di Sta­ten Island. In testa alla mar­cia di pro­te­sta era il reve­rendo atti­vi­sta Al Sharp­ton, rien­trato a casa dopo una set­ti­mana tra­scorsa al fianco dei mani­fe­stanti di Ferguson.

Con lui la fami­glia di Gar­ner, che aveva anche un figlio. Voci di prima mat­tina ipo­tiz­za­vano anche la pre­senza dei geni­tori di Michael Brown, forse arri­vati dal Mis­souri. In que­sta città a stra­grande mag­gio­ranza demo­cra­tica, gover­nata da un sin­daco eletto anche gra­zie alla pro­messa di rifor­mare il dipar­ti­mento di poli­zia, era pre­vi­sta inol­tre la pre­senza di circa 500 agenti. Ma, ave­vano anti­ci­pato i por­ta­voce del NYPD, sareb­bero stati sostan­zial­mente invi­si­bili, una pre­senza di “moni­to­rag­gio”, molti di loro non in divisa, e affian­cati da assi­stenti sociali del quar­tiere. Intanto, secondo il New York Times, il pre­si­dente Obama ha ordi­nato di rive­dere la decen­nale stra­te­gia gover­na­tiva di armare le poli­zie locali con equi­pag­gia­menti in stile mili­tare. In set­tem­bre, il Senato ini­zierà con un’audizione ad affron­tare il pro­blema per poi lasciare la deci­sione finale alla Casa bianca.

Eric Gar­ner aveva 43 anni quando, il 17 luglio scorso, dopo una lite e un breve col­lut­ta­zione con almeno quat­tro agenti in bor­ghese, è man­cato sul mar­cia­piede di fronte a un pic­colo parco dell’isola nella baia di New York. «Non rie­sco a respi­rare, non rie­sco a respi­rare», gemeva Gar­ner – che era asma­tico — men­tre gli agenti cer­ca­vano di immo­bi­liz­zarlo facen­dolo acca­sciare per terra. Uno di loro aveva il brac­cio stretto sal­da­mente intorno al suo collo. Come si vede nelle imma­gini della scena cat­tu­rate dai tele­fo­nini dei pas­santi, da quel mar­cia­piede Eric Gar­ner non si è più alzato, stron­cato pro­ba­bil­mente da un attacco di cuore isti­gato dalla cho­ke­hold, una presa di sot­to­mis­sione che è essen­zial­mente uno stran­go­la­mento, e che è ban­dita all’interno del poli­zia di New York.

Cono­sciuto degli agenti del quar­tiere per­ché ogni tanto ven­deva ille­gal­mente siga­rette e pic­cole dosi di mari­juana, quel giorno Gar­ner aveva rifiu­tato di andar­sene, come gli era invece stato inti­mato dai poli­ziotti. «Non sto facendo niente, non me ne vado. Non ho ven­duto niente. Sono stufo lascia­temi in pace», lo si sente urlare pieno di rab­bia prima che gli agenti gli si strin­gano intorno. Anche lui, come Michael Brown, era alto e di cor­po­ra­tura pesante. «La poli­zia se le prende di nuovo con l’uomo sba­gliato. È una fol­lia», dice sar­ca­stica una voce fuori campo in uno dei video che hanno ripreso la scena. Gar­ner è già a terra e non dà più segni di vita.

Avve­nuto durante le vacanze ita­liane del sin­daco di New York Bill de Bla­sio, l’incidente aveva sca­te­nato un’immediata rea­zione di pro­te­sta e accuse di discri­mi­na­zione raz­ziale. Aveva anche ripor­tato in prima pagina il risen­ti­mento dell’opinione pub­blica nei con­fronti della poli­tica delle bro­ken win­dows, un car­dine del fun­zio­na­mento della poli­zia locale secondo cui per­se­guire con estrema aggres­si­vità pic­cole infra­zione (come per esem­pio quella di rom­pere il vetro di una fine­stra) è un modo per tenere “sotto con­trollo” quar­tieri rite­nuti dif­fi­cili e un effi­cace deter­rente di cri­mini più gravi. Sta­ti­sti­ca­mente, come la pra­tica dello stop and frisk (e cioè dei fermi e delle per­qui­si­zioni aggres­sivi, cari ai sin­daci Bloom­berg e Giu­liani, che invece de Bla­sio ha sop­presso) quella delle bro­ken win­dows pena­lizza i poveri e le minoranze.

A New York non esi­ste la sfi­du­cia nei con­fronti delle isti­tu­zioni che esi­ste a Fer­gu­son. E il dipar­ti­mento, il NYPD, non ha rea­gito alla morte di Eric Gar­ner con l’arroganza e l’ostruzionismo di quello della con­tea di St. Louis. Daniel Pan­ta­leo, il poli­ziotto di Sta­ten Island che ha effet­tuato il cho­ke­hold è stato messo imme­dia­ta­mente sotto inchiesta,

distin­tivo e pistola revo­cati fino a che l’ufficio del pro­cu­ra­tore di New York non avrà deciso se incri­mi­narlo o meno. Uno dei suoi col­le­ghi, Justin Damico, è stato tra­sfe­rito dal pat­tu­glia­mento delle strade die­tro una scri­va­nia. Quella rispo­sta pronta delle auto­rità, insieme pro­ba­bil­mente alla volontà di non met­tere troppo in dif­fi­coltà il sin­daco, hanno fatto sì che dopo i primi giorni di rab­bia, le rea­zioni alla morte di Eric Gar­ner rien­tras­sero sostan­zial­memte in sordina.

Anche le mani­fe­sta­zione di ieri (che ini­zial­mente pre­ve­deva un molto più pla­teale attra­ver­sa­mento del Ver­raz­zano Bridge, il ponte che col­lega Broo­klyn a Sta­ten Island) era con­te­nuta. De Bla­sio e i mag­giori rap­pre­sen­tanti del governo cit­ta­dino hanno scelto di non essere pre­senti. Intanto, la fami­glia di Eric Gar­ner ha chie­sto l’apertura di un’inchiesta fede­rale, come quella in corso per Michael Brown.
Città diversa, poli­zie diverse, ma il pro­blema rimane.

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