«Mauro Palma a capo del Dap l’uomo giusto anche per la polizia»

by redazione | 26 Agosto 2014 8:14

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«E se dav­vero arri­vasse Bru­ba­ker a capo del Dap?». La foto di Mauro Palma, pre­si­dente del Con­si­glio euro­peo per la coo­pe­ra­zione nell’esecuzione penale e con­si­gliere del mini­stero di Giu­sti­zia, cam­peg­gia accanto al titolo sul sito del Sappe. Ed è una noti­zia per­ché, a pochi giorni dal Con­si­glio dei mini­stri del 29 ago­sto nel quale dovrebbe essere nomi­nato il nuovo capo dell’amministrazione peni­ten­zia­ria – posto vacante dal 27 mag­gio – a rac­co­gliere la pro­po­sta lan­ciata sul mani­fe­sto dall’associazione Anti­gone è addi­rit­tura il sin­da­cato di poli­zia peni­ten­zia­ria che più volte si è tro­vato su posi­zioni oppo­ste. «Ci vuole un uomo che sap­pia dove por­tare que­sta ammi­ni­stra­zione», spiega il segre­ta­rio gene­rale del Sappe, Donato Capece. «Dopo tanta appros­si­ma­zione, c’è biso­gno di un esperto, non neces­sa­ria­mente un magi­strato o un diri­gente interno, ma una per­sona illuminata».

Un rifor­mi­sta ma anche un visio­na­rio, come il per­so­nag­gio inter­pre­tato da Robert Red­ford inca­ri­cato, nel film citato, di rifor­mare il sistema car­ce­ra­rio dell’Arkansas?

Il car­cere come è oggi è un’istituzione supe­rata. Il Dap ha biso­gno di un capo deciso, che, una volta rice­vute dal governo pre­cise indi­ca­zioni, abbia però le idee chiare di come cam­biare il sistema. E abbia la forza poli­tica per farlo.

Auto­re­vo­lezza interna all’amministrazione o appeal esterno?

Interna: una per­sona che cono­sca bene il car­cere e la sua ammi­ni­stra­zione. Ma soprat­tutto che possa con­di­vi­dere a pieno con il mini­stro un pro­getto che stra­volga l’attuale assetto peni­ten­zia­rio. Per capirci: brac­cia­letti elet­tro­nici e altro sono solo palliativi…

Il pre­ce­dente capo, il dott. Gio­vanni Tam­bu­rino, non era la per­sona giusta?

Sarà un ottimo magi­strato ma ci ha com­ple­ta­mente affos­sati, dimo­strando gravi lacune. Insieme ai suoi vice, Pagano e Cascini, sia pure con posi­zioni diverse, aveva idee secondo noi molto con­fuse sulla cosid­detta “vigi­lanza dina­mica”. Soste­ne­vano che le celle dove­vano rima­nere aperte durante il giorno senza pre­oc­cu­parsi di cosa far fare ai dete­nuti. Noi siamo d’accordo, pur­ché per i reclusi si trovi un’occupazione, lavo­ra­tiva o trat­ta­men­tale. E la poli­zia, allora, deve rima­nere fuori da que­sto cir­cuito, inter­ve­nendo solo in situa­zioni critiche.

Il con­si­gliere Cascini aveva sup­por­tato la nostra idea che il dete­nuto dovrebbe meri­tarsi lo sconto di pena par­te­ci­pando alla vita peni­ten­zia­ria, e non come è ora solo con la cosid­detta buona con­dotta. Tam­bu­rino e Pagano, per la legge del con­trap­passo, invece ave­vano chiuso il poli­ziotto nelle posta­zioni di guar­dia. Hanno creato molta con­fu­sione, mostran­dosi dilet­tanti. La loro idea di vigi­lanza si è rive­lata fal­li­men­tare, come dimo­stra l’alto numero di sui­cidi e di situa­zioni cri­ti­che che con­ti­nuano a verificarsi…

I nomi che cir­co­lano come papa­bili diri­genti del Dap sono Gio­vanni Melillo, pro­cu­ra­tore aggiunto di Napoli, e Gio­vanni Salvi, pro­cu­ra­tore di Cata­nia. Non vi con­vin­cono? Per­ché appog­giate Mauro Palma che sulla vigi­lanza non ha pro­prio le vostre idee e vor­rebbe un car­cere meno “infan­ti­liz­zante” nei con­fronti del detenuto?

Melillo, come capo gabi­netto ha gover­nato indi­ret­ta­mente il Dap in que­sti mesi e dun­que oggi cono­sce bene i pro­blemi del car­cere. Di Salvi non sap­piamo molto. Biso­gna però fare in fretta per­ché così il Dipar­ti­mento è allo sbando. Il governo sostiene che l’emergenza car­ceri è par­zial­mente risolta, noi siamo con­vinti di no. Con Anti­gone abbiamo due mis­sion e due visioni diverse del car­cere: loro lo vogliono senza sbarre e noi più sicuro, per­ché i cit­ta­dini chie­dono que­sto, a noi ope­ra­tori della sicu­rezza. Il pro­fes­sor Palma è uno stu­dioso, ha lavo­rato con la mini­stra Can­cel­lieri e cono­sce il mondo peni­ten­zia­rio, anche se pro­viene da Anti­gone. Pen­siamo che la filo­so­fia del “povero” dete­nuto vada abban­do­nata ma Palma è for­te­mente con­vinto delle misure alter­na­tive e ha più volte dimo­strato che tiene alla dignità della poli­zia peni­ten­zia­ria, che si è fatta carico di tutte le cri­ti­cità. Con lui potremmo fare un per­corso alter­na­tivo e forse è pro­prio lui l’uomo che potrebbe resti­tuire dignità al nostro Corpo, attra­verso la riforma della poli­zia penitenziaria.

Cosa deve con­te­nere que­sta riforma?

Un car­cere più auto­ma­tiz­zato, più tec­no­lo­gia e soprat­tutto uomini e donne più moti­vati e rea­liz­zati. Non chie­diamo un aumento sala­riale né di rive­dere il con­tratto, ma una migliore for­ma­zione. Soprat­tutto per i diri­genti, che oggi non hanno alcuna cogni­zione di cosa sia il governo del per­so­nale e sono diven­tati anche loro “nemici” della poli­zia peni­ten­zia­ria, capaci solo di fare gli inqui­si­tori e non di essere dei punti di rife­ri­mento. Noi abbiamo biso­gno di questo.

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