by redazione | 6 Agosto 2014 18:46
MILANO . Unicredit rilancia i business in Italia, che dall’integrazione di Capitalia in poi hanno dato ben poche soddisfazioni (e alcuni dolori). La semestrale di ieri ha visto proseguire alcune tendenze del 2014: più commissioni, margini di interesse in crescita (anche per il rincaro dei servizi) e il calo di crediti deteriorati lordi e relativi accantonamenti, portano a 403 milioni di euro l’utile netto del secondo trimestre, e a 1,1 miliardi il reddito tra gennaio e giugno (+37,8%). Di questi 1,1 miliardi, ben 600 milioni sono stati realizzati in Italia, più dei 400 milioni incamerati in tutte le ricche province dove la banca opera – come Turchia, Polonia, Austria, Germania – e solo 200 milioni dalla divisione Cib (mercati e grandi imprese), frenata da rettifiche di valore per 120 milioni su derivati.
«I risultati positivi confermano la buona performance commerciale malgrado un quadro ancora incerto, e ci avvicinano all’obiettivo di 2 miliardi di utile netto 2014, diventato più sfidante con la non prevista modifica dell’imposta sulla valutazione della quota in Banca d’Italia», ha detto l’ad Federico Ghizzoni. L’imposta riguarda la maggiorazione retroattiva – dal 12% al 26% – sulla rivalutazione del 20% di Unicredit nel capitale di vigilanza (costata 215 milioni al gruppo). A Piazza Affari le notizie sono state ben accolte, ma il ribasso finale del listino ha portato Unicredit a 5,86 euro (-1%), sopra agli altri bancari. I ricavi nel secondo semestre sono stati di 5,7 miliardi, 2,8% meno di un anno prima, ma i costi sono diminuiti a 3,4 miliardi, – 2%.
Le commissioni salgono dell’8,5% dall’anno prima, il margine di interesse del 5,9%. La qualità dell’attivo migliora, con crediti deteriorati lordi in calo, minimo (-0,1%) a 82,4 miliardi, e un tasso di copertura sopra il 51%, «in linea con le migliori banche d’Europa ». Dei crediti difficili, le sofferenze salgono dello 0,6% a 49,6 miliardi, tutti gli altri limano dell’1,2% a 32,8 miliardi.
Le attività italiane, da anni punto debole, mostrano un utile netto in crescita del 28%, e ricavi su dell’1,3%, dopo l’erogazione di 3,1 miliardi di nuovi crediti tra aprile e giugno (+13%), e una limatura del 5% ai costi. «Il risultato Unicredit in Italia è molto incoraggiante, anche per il resto del settore », nota un operatore. Pur avendo una visione conservativa sul Pil italiano – stimato crescere +0,2-0,3% nel 2014 – Unicredit ha riprezzato i crediti, riducendo il costo della raccolta e aumentando i tassi ai clienti, e ha sostituito con nuovi fidi a medio termine quelli di cinque anni fa, che avevano scarti ridotti.
Il patrimonio migliora «significativamente »: il coefficiente Cet1 (applicando in toto Basilea3) sale a giugno al 10,4% (dal 9,5% del primo trimestre), e al 10,8% nel regime di transizione, grazie alla riduzione di attività ponderate al rischio (+42 punti base), utili capitalizzati (+6 punti base), dividendi in natura (+9 punti base), ma anche per l’incremento della riserva attività finanziarie per la vendita e oscillazione cambi (+18 punti base). «Sulla base di questi dati attendiamo fiduciosi l’esito dei test di Eba e Bce», ha detto Ghizzoni. Il rafforzamento è stato apprezzato dagli operatori, poiché la banca unica “sistemica” tra le italiane – non figura ai vertici settoriali per coefficienti patrimoniali. Il patrimonio è visto salire, prossimamente, anche per effetto delle cessioni in cantiere di Uccmb (recupero crediti) e di metà di Pioneer (risparmio gestito). Sui due dossier Ghizzoni non ha dato nuovi dettagli, facendo intendere che a fine 2014 potrebbero sbloccarsi.
L’ad ha parlato anche della situazione geopolitica in Russia, dove Unicredit è presente: «La Russia è sicuramente per noi importante e strategica e sta andando bene, con una crescita di quasi il 20% nel trimestre. Eventuali sanzioni possono avere un impatto sul Pil russo, ma non è certo una situazione di rischio sistemico per noi. Poi, la nostra banca russa è datrice netta di liquidità al gruppo».
Ieri la banca ha poi annunciato due cambiamenti di vertice. Il primo riguarda Jean Pierre Mustier, vice dg che guida il Corporate investment banking, e dal 1° gennaio 2015 sarà sostituito da Gianni Franco Papa, responsabile della divisione Centro Est Europa. Lascia Unicredit anche Nadine Faruque, responsabile affari legali. La sua posizione sarà sdoppiata e affidata a Carlo Appetiti per l’implementazione delle normative (compliance), mentre Carlo Kostka e Gianpaolo Alessandro gestiranno in co-responsabilità le attività legali Unicredit.
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