E l’America nel 2009 provò a rovesciare (Raul) Castro

E l’America nel 2009 provò a rovesciare (Raul) Castro

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NEW YORK — A partire dal 2009 e per almeno due anni il governo degli Stati Uniti avrebbe infiltrato a Cuba alcuni agenti sotto copertura, ufficialmente come volontari dell’agenzia americana di cooperazione internazionale Usaid, per fomentare l’opposizione al governo castrista. Una dozzina sarebbero stati i giovani agenti, assoldati da Paesi come Costa Rica, Venezuela e Perù, allo scopo di coagulare il dissenso, specialmente dei giovani cubani, nei confronti del governo di Raul Castro. La copertura era la partecipazione a seminari e workshop su temi come la prevenzione dell’Hiv, considerata «la scusa perfetta». Ma le giovani spie — di fatto improvvisate quindi inesperte — sottolinea l’agenzia Associated Press che ha rivelato la notizia pubblicando in Rete anche alcuni documenti riservati — si fingevano anche turisti per muoversi con maggiore libertà all’interno dell’isola caraibica.
A differenza dello spionaggio elettronico della Nsa, qui le operazioni avvenivano in loco. Gli agenti erano stati addestrati a comunicare con codici abbastanza semplici: «Ho il mal di testa» significava che erano stati individuati. In quel caso la missione avrebbe dovuto essere sospesa. L’accostamento con la vicenda della Baia dei Porci in questo caso è comunque puramente suggestivo, sia per l’esiguità delle forze in campo rispetto all’invasione del 1961 sia per il totalmente diverso clima politico. Nel 2009 anzi il neopresidente Barack Obama aveva deciso di avviare un nuovo corso nelle relazioni con Cuba dopo decenni di chiusura, scontri e sanzioni economiche. Tuttavia, le operazioni coperte sarebbero continuate.
A collaborare con la Usaid era anche un contractor di Washington, Creative Associates International, che già lo scorso aprile aveva destato imbarazzo a Washington dopo la scoperta di un suo tentativo di fare decollare a Cuba una specie di Twitter locale anche per favorire l’opposizione: iniziativa che ha portato all’arresto di un americano poi condannato a 15 anni di carcere e attualmente detenuto sull’isola. In questa missione il contractor avrebbe messo in piedi programmi di prevenzione contro l’Hiv. Gli incontri con alcuni giovani cubani per spiegare l’importanza dell’uso dei preservativi avrebbero però compreso anche consigli su come «auto-organizzarsi» per promuovere cambiamenti sociali. Uno dei protagonisti di questa vicenda, secondo la Associated Press , è il costaricano Fernando Murillo, allora 29enne, leader carismatico di un’associazione per i diritti umani in Costa Rica chiamata Fundacion Operacion Gaya Internacional, cui la Creative Associates si era rivolta per organizzare i seminari anti-Hiv. Il problema è, secondo la AP , che adesso potrebbero venire messi in discussione i programmi di formazione anti-Aids avviati dalla Usaid in un centinaio di Paesi.
Fabrizio Massaro



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