Forze speciali in Iraq, caccia ai “Beatles”
La caccia britannica agli assassini di James Foley è in corso. In Iraq c’è un gruppo apposito dello Special Air Service operativo da almeno tre giorni che tenta di individuare i killer e liberare gli ostaggi ancora nelle loro mani. L’intelligence lavora su ogni elemento, rivedendo ogni immagine, riascoltando quella voce dall’accento inglese, e probabilmente di Londra, che ha catapultato in prima linea il Regno Unito con il problema dei suoi “gangsta jihad” — che ben conosce, ma che ha difficoltà a risolvere. Si stanno usando metodi raffinati, come la comparazione del reticolo di vene sulla mano dell’uomo in nero nel video con le mani dei jihadisti britannici in Siria che postano online le proprie foto, senza tralasciare perquisizioni, ricerca di informazioni, monitoraggio di Internet. Tutto può portare a “John” e agli altri “Beatles”. I nomi nel mirino sono una manciata.
Il più citato è l’ex rapper Abdel Majed Abdel Bary. Di origini egiziane, ha 23 anni e di lui si conosce anzitutto la storia paterna. È infatti uno dei sei figli di Adel Abdel, 53 anni, luogotenente di Osama Bin Laden, arrestato
a Londra ed estradato negli Stati Uniti (dopo anni di battaglia legale) per complicità negli attentati del 1998 contro le ambasciate americane in Africa. Nella sua prima vita il figlio, cresciuto a Londra in una bella casa di Maida Vale, era un giovane rapper notato anche dalla radio della Bbc, che fino all’anno scorso ne rilanciava le canzoni. Dieci giorni fa era su Internet, con la testa di un soldato avversario in mano. In mezzo ci sono la conversione, un anno fa, e la frequentazione del predicaun
tore radicale Anjem Choudary, che lo scorso 15 agosto difendeva una manifestazione a favore del Califfato svoltasi in piena Oxford Street, ammettendo: «Molti di quei bravi ragazzi sono miei studenti». Poi è seguita la partenza per la Siria, da dove l’ex rapper scrive spesso online. Il colore della pelle e altri dettagli, come il fatto che nelle foto impugni pugnali e armi con la mano sinistra, usata per tenere il coltello anche da “John” nel video con Foley, fanno di lui un possibile membro dei “Beatles” di cui raccontano gli ostaggi liberati: quel gruppo che gestisce i rapiti stranieri con tale violenza e sadismo da essere stato perfino esautorato del compito, per un certo periodo.
Abdel-Majed è amico di Abu Hussain al-Britani, ovvero Junaid Hussian. I due, come ha raccontato online Abdel, in marzo hanno subito insieme un’aggressione da altri jihadisti che gli hanno rubato contante, cellulari, armi. Junaid è di Birmingham ed è un esperto informatico. Ha poco più di 20 anni ma come hacker si era già fatto
nome prima di andare in Siria: nel 2012 è stato arrestato per aver rubato informazioni personali a Tony Blair, pubblicandole online. Era sotto supervisione della polizia, quando l’anno scorso ha deciso di partire. È lui che insegna ai jihadisti come derubare un conto bancario online, per trovare fondi: poco più di una settimana fa gli investigatori britannici si sono riferiti a lui, quando hanno fatto sapere che svariate banche d’affari e molti Vip hanno subìto hackeraggi sul conto.
Un altro dei “Beatles” potrebbe essere Abu Abdullah al-Britani, partito per la Siria da pochi mesi. A 32 anni, ha lasciato la sua famiglia benestante nell’Hampshire per andare a fare il “talent scout” via Internet, dove offre ai giovani il viaggio verso il califfato promettendo una paga e aiutandoli con intermediari in Gran Bretagna. Poi c’è l’ex spacciatore londinese Aine Davis, trentenne da poco convertito alla causa, che però gli investigatori non considerano abbastanza importante, all’interno del-l’Is, per ricoprire il ruolo di car-
ceriere. E c’è Amer Deghayes, 20 anni, di Brighton, che appare nelle foto con la kefiah in testa. Andato in Siria con i suoi due fratelli lo scorso ottobre, ha corporatura e caratteristiche fisiche che, di nuovo, fanno pensare a “John”, come le ha anche Ismail
Jabbar: 22 anni, ex apprendista ai magazzini Fraser, londinese, con una voce che somiglia a quella di “John”. E Razul Islam: considerato complice nel rapimento di un giornalista inglese insieme al fratello medico, è tuttora in Siria, anche lui con fisico simile a “John”. Ma infine, c’è “George”, nome di battaglia Abu Muhareb, il combattente, di cui si sa soprattutto quel che hanno detto gli ex ostaggi: un sadico psicopatico che è il vero leader dei finti “Beatles”.
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